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Spazio: software italiano nelle prove di 'sbarco su Marte' alle Hawaii

29 maggio 2017 | 14.22
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Prove di sbarco su Marte alle Hawaii (Foto uff. stampa Area Science Park)
Prove di sbarco su Marte alle Hawaii (Foto uff. stampa Area Science Park)

E' un software italiano a "sbarcare su Marte" nella simulazione di sopravvivenza sul pianeta rosso 'Hi-Seas', in corso alle Hawaii e finanziata dalla Nasa. Sei ricercatori della missione Hawaii Space Exploration Analog and Simulation stanno infatti simulando e studiando il comportamento umano su Marte, vivendo in una cupola geodetica nell’ambiente isolato del vulcano Mauna Loa, sull’Isola Grande delle Hawaii.

Il progetto di ricerca è realizzato dall’Università delle Hawaii e finanziato dalla Nasa ed il suo obiettivo, tra l’altro, è anche determinare quali siano i requisiti individuali e di gruppo funzionali durante missioni di esplorazione spaziale a lungo termine. Ora l'equipaggio "marziano" può contare anche sulla tecnologia dell'italiana di Esteco, un'impresa attiva nell’Area Science Park, che ha messo a disposizione dei ricercatori il software di ottimizzazione modeFrontier per migliorare l’uso efficiente delle risorse che si possono portare su Marte e per progettare un sistema di vita sostenibile sul pianeta rosso. Un sistema grazie al quale ridurre a livelli minimi la produzione di rifiuti.

"Durante una missione spaziale - spiega Ansley Barnard, ingegnere responsabile per monitorare i sistemi di supporto vitale durante la missione- il cibo, l’acqua, i materiali per la ricerca e gli effetti personali da portare a bordo sono limitati e quindi ogni oggetto a disposizione degli astronauti deve essere accuratamente scelto in base a criteri di efficienza, in termini di peso e dimensioni". Questo, chiarisce, "rende l’ottimizzazione delle risorse un fattore cruciale".

Gli strumenti per la modellazione parametrica e per l’ottimizzazione come modeFrontier sono quindi "di grande aiuto per introdurre cambiamenti che devono poi essere adottati dall’equipaggio" aggiunge Barnard. La simulazione di isolamento dura otto mesi, è iniziata il 19 gennaio scorso, e sarà seguita da una seconda missione a partire da gennaio 2018. L'obiettivo degli 'astronauti' è quello di affrontare e trovare contromisure al rischio del calo di performance del gruppo dovuto alle dinamiche di interazione, cooperazione, comunicazione o adattamento psicologico in condizioni così estreme per l'uomo come quelle di un viaggio interplanetario. L’obiettivo finale della simulazione in corso alle Hawaii è quindi migliorare il modo in cui i ricercatori coinvolti vivono giorno per giorno la missione, procurando ai team futuri di Hi-Seas procedure e informazioni ingegneristiche aggiornate, sottolinea Ansley Barnard. Prima di collaborare al progetto Hi-Seas, Ansley Barnard ha lavorato nel campo dell’ottimizzazione ingegneristica per la Ford Motor Company, dove ha avuto modo di esplorare i vantaggi delle tecnologie Esteco per ottenere la riduzione del peso di un veicolo così come dei suoi costi e tempi di progettazione. Barnard ha conseguito una laurea in aeronautica e astronautica all’Università di Washington e spera in futuro di poter servire gli Usa come astronauta.

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