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Ilva, Jindal e Del Vecchio vanno avanti. Cdp e Arvedi possono rientrare

03 giugno 2017 | 18.52
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Ilva, Jindal e Del Vecchio vanno avanti. Cdp e Arvedi possono rientrare

La nuova offerta per l'Ilva di AcciaItalia è sostenuta da Jindal e Del Vecchio, come annunciato ufficialmente. Ma, a quanto apprende l'Adnkronos da fonti vicine al dossier, Cdp e Arvedi possono rientrare nel caso in cui la gara non venisse aggiudicata definitivamente dal Mise ad Am Ivestco (la cordata che mette insieme Arcelor Mittal e Marcegaglia).

La situazione, in sostanza, resta ancora piuttosto fluida. AcciaItalia ha presentato un'offerta irrevocabile di incremento del prezzo di acquisto degli asset di Ilva, portandolo a 1.850 milioni, e l’impegno ad assumere immediatamente 9.800 dipendenti dei quali 2.000 impegnati nella realizzazione degli investimenti ambientali e industriali. Jindal South West (JSW) e Delfin hanno deciso di "prendere autonomamente questi impegni nonostante la non adesione della Cdp e di Arvedi, impegnandosi a rilevarne pariteticamente le quote detenute in Acciaitalia", si spiega nella comunicazione ufficiale.

Ma, secondo quanto ricostruito dall'Adnkronos, la scelta di Cdp è dovuta soprattutto al ruolo istituzionale che riveste e al rispetto dovuto al Governo vista la complessa situazione che si è venuta a creare. La comunicazione del Mise di venerdì sull'ipotesi di consentire un rilancio delle offerte, secondo le fonti interpellate, "lascia margini" per decidere che la gara non venga definitivamente assegnata lunedì. In sostanza il Mise, citando il parere dell'Avvocatura, ha chiarito che non ci possono essere rilanci della sola parte economica, mentre la procedura prevederebbe rilanci coinvolgendo anche il piano industriale e quello ambientale. Il problema segnalato dal Mise sono i tempi, a questo punto incompatibili con i vincoli imposti dalla legislazione vigente. Per questo, per riaprire la partita, servirebbe un nuovo intervento normativo.

E' in questo quadro che il Governo deve decidere. AcciaItalia sostiene che i tempi si sono allungati per responsabilità dei commissari e, sull'intera questione, sta producendo pareri legali che il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda terrà evidentemente in considerazione. E, qualora il ministro decidesse di non aggiudicare la gara, Cdp potrebbe rientrare in gioco confermando il suo sostegno ad AcciaItalia in un quadro più chiaro e senza il rischio di conflitti istituzionali.

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