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Manovra 'elettorale' a luglio, conti in sicurezza per voto a settembre

06 giugno 2017 | 18.49
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Anticipare di fatto la Legge di Bilancio a luglio con un decreto per sterilizzare le clausole Iva ma anche per varare misure pro-crescita e di respiro sociale da 'spendere' in campagna elettorale. E' l'ipotesi che, a quanto apprende l'Adnkronos, prende sempre più corpo in caso di voto anticipato al 24 settembre.

Una formula questa che potrebbe mettere d'accordo le istanze della politica e quelle dell'economia e quindi la spinta di chi vuole tornare alle urne il prima possibile e quella del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan , che vuole blindare la legge di Bilancio e rassicurare i mercati mettendo la firma su un provvedimento significativo prima che si vada alle urne. Obiettivo prioritario in un clima di crescente perplessità da parte degli investitori internazionali sul futuro del paese, come dimostra, ad esempio, l'inversione di rotta della grande società di gestione degli investimenti internazionale Pimco che ha ridotto l'esposizione sui titoli italiani.

Con il voto a fine settembre, sembra difficile che possa essere un nuovo governo a scrivere la Legge di Bilancio, che in base alle norme italiane ed europee va approvata entro il 15 ottobre e trasmessa alle Camere entro il 20 ottobre. Questo, anche nel caso in cui si scegliesse di derogare sui tempi, accorciando di fatto l'iter in un Parlamento che sarebbe appena insediato. Comunque, vista l'incertezza dell'esito del voto, a maggior ragione nel quadro attuale e con la legge elettorale che si prospetta, sembra prevalere l'orientamento di scongiurare preventivamente il rischio che il protrarsi delle trattative per la composizione del nuovo governo possa rendere concreto lo spettro dell'esercizio provvisorio.

In ogni caso, al netto delle date possibili, quel che emerge è che la manovra 'anticipata' per 2018 limiterà l'aggiustamento del deficit al minimo 'sindacale' dello 0,3% del deficit-pil , come annunciato da Padoan all'Ue, e conterrà la sterilizzazione delle 'clausole' per circa 6-7 mld, in parte con la maggiore flessibilità in parte sostituendole con nuovi rialzi dal 2019 in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di bilancio.

Ma neutralizzati i rialzi Iva per il 2018, sarebbero allo studio anche misure pro-crescita, possibilmente in favore dei giovani e del sud. Tra le ipotesi resta sul tavolo il progetto di ridurre il cuneo fiscale, in modo selettivo, soprattutto in favore dei giovani per dare continuità all'intervento sulle decontribuzioni dell'ultimo triennio e alleggerire gli oneri finanziari per le casse dello stato.

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