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Bye bye roaming, da oggi si risparmia

15 giugno 2017 | 07.02
LETTURA: 4 minuti

(Xinhua)
(Xinhua)

Roaming addio . Da oggi 15 giugno nell'Ue il roaming sarà un ricordo, almeno per chi viaggia 'periodicamente' negli altri Paesi dell'Unione europea: entra in vigore il nuovo regime 'Roam like at home' voluto dalle istituzioni europee per rilanciare l'Ue, facendo in modo che abbia ricadute tangibili sulla vita dei cittadini. 

Per roaming, nel linguaggio comune, si intende la tariffa che il cliente paga al proprio operatore di telefonia mobile per compensarlo del corrispettivo che questi deve versare ad un operatore estero per utilizzarne la rete al fine di fornire servizi al proprio cliente, quando si trova fuori dai confini nazionali. 

Negli anni passati, e a volta ancora oggi, le compagnie praticavano tariffe salate per fornire servizi di telefonia mobile all'estero, specialmente per il traffico dati, tanto che spesso era più conveniente comprare una sim del Paese in cui ci si trovava e utilizzarla per la durata della vacanza. Da oggi, almeno nell'Ue, il roaming sarà un ricordo: si pagherà comunque la stessa cifra per chiamate telefoniche, sms e traffico dati, sia che ci si trovi nel proprio Paese, sia che ci si trovi in un altro Stato dell'Ue.

Le regole sono concepite per chi viaggia 'periodicamente' nell'Ue: se si ha in programma di rimanere per vari mesi senza interruzioni in un altro Paese, è meglio contattare il proprio operatore per verificare se non convenga comprare una sim estera. 

Attenzione: il 'Roam like at home' vale solo per i Paesi dell'Unione europea più Norvegia, Islanda e Liechtenstein (per questi tre Paesi le nuove regole entreranno in vigore un po' più tardi); quindi occorrerà informarsi con il proprio operatore se, per esempio, ci si trova in Svizzera, in Serbia o in Turchia. Le nuove regole valgono solo se si è connessi ad una rete mobile terrestre dell'Ue, quindi anche navigando in fiumi, laghi e lungo le coste. Non valgono però per le altre reti, come quelle satellitari, quindi sono esclusi gli aerei e le navi in mare aperto. 

Il nuovo regime dovrebbe risolvere anche casi come quelli del cosiddetto roaming involontario, che si verifica nelle zone di confine, quando un telefonino, pur essendo in territorio nazionale, aggancia un ripetitore della nazione confinante di modo che le chiamate risultano fatte dall'estero. Le nuove regole prevedono che le comunicazioni (voce, sms o dati) effettuate da un altro Paese Ue rispetto al proprio (nel quale cioè uno vive, lavora o studia) siano tariffate allo stesso prezzo o dedotte dai volumi del piano tariffario esattamente come quelle domestiche.

La nuova regola vale solo se non si cambia Paese di residenza: per esempio, non si può emigrare in Gran Bretagna e utilizzare senza sovrapprezzo una sim italiana. In questo caso, bisognerà comprare una sim britannica e non si pagherà il roaming negli altri Paesi Ue. Sempre che, naturalmente, la Brexit non cambi le carte in tavola anche in questo campo. La regola generale, comunque, è che finché uno passa più tempo nel proprio Paese che all'estero o usa il cellulare più in patria che all'estero, può usufruire del roaming a prezzi 'domestici' senza sovrapprezzo. 

Se non è così, l'operatore mobile deve contattare il cliente e chiedere di chiarire la situazione entro 14 giorni. A quel punto, se il cliente continua a utilizzare il roaming più che in patria, potrà vedersi applicato un sovrapprezzo (massimi 3,2 centesimi al minuto per le chiamate, 1 centesimo per sms e 7,7 euro per gigabyte, più Iva, al 15 giugno 2017: questo tetto si abbassa progressivamente a 2,5 euro per gigabyte al primo gennaio del 2022). 

Se un cliente ha chiamate e sms illimitati nel proprio Paese, li avrà anche negli altri Stati Ue; per i dati è prevista la possibilità per gli operatori di porre un tetto quando si è all'estero: oltre quel tetto si potrebbe dover pagare un sovrapprezzo, decrescente nel tempo come nel caso precedente. Il 'Roam like at home' vale sia per gli abbonamenti che per le carte prepagate. Una spiegazione più dettagliata, anche in italiano, si trova sul sito della Commissione europea (CLICCA QUI).

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