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Confindustria-sindacati, martedì nuovo round per il contratto

02 luglio 2017 | 14.23
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Nuovo round martedì prossimo tra Confindustria e sindacati su quel Patto per la Fabbrica lanciato dagli industriali ormai più di 8 mesi fa, per una nuova alleanza sulla politica industriale con cui stimolare la crescita, ed arrivato, dopo una lunga fase di stop and go, al test finale del 4 luglio. Due i capitoli più caldi sul tavolo del confronto: la riforma del modello contrattuale e la rappresentanza sindacale da estendere anche alle imprese fin'ora senza un meccanismo che ne certifichi il peso in sede di rinnovo contrattuale.

E il clima, come ad ogni avvio di vertenza, inizia a scaldarsi: le aspettative per un accordo che innovi e aggiorni le relazioni industriali sono alte da ambo le parti ma le diversità di vedute che ancora permangono restano profonde. "Siamo pronti al confronto, ma nessuna mediazione al ribasso", aveva ammonito il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, nei giorni scorsi, per nulla ottimista sulla possibilità di arrivare ad un accordo con Cgil, Cisl e Uil, cercando di scongiurare un esito di basso profilo con quei "documenti-minestrone che non servono a nessuno" e annunciando la presentazione di un testo base discusso e bollinato da tutta l'associazione su cui le imprese cercheranno la condivisione con i sindacati, dalla formazione alle politiche attive, dalla bilateralità al welfare fino al nocciolo duro della questione, appunto la riforma del modello contrattuale.

Riforma, questa, su cui Confindustria avrà "pochi margini" per trattare sul nuovo modello che potrebbe vedere un salario minimo di garanzia e aumenti in busta paga solo per effetto di aumenti di produttività. Ma Cgil, Cisl e Uil non vogliono vedere imbrigliato il confronto. "No ad un scambio sui diritti", ha più volte ammonito il leader Cgil, Susanna Camusso , guardando non solo al contratto ma anche alla partita sul Welfare contrattuale e soprattuto a quella sulla rappresentanza, necessaria per pesare chi ha diritto a sedere ai tavoli contrattuali ormai lievitati a quota 800.

Un meccanismo, questo, da estendere anche alle imprese, "pensiamo ad un possibile incrocio tra numero occupati e valore aggiunto di ogni impresa", è l'idea di Confindustria, e da 'blindare' con una legge che ne consacri il meccanismo su cui però gli industriali, a differenza dei sindacati dopo che anche la Cisl ha aperto all'ipotesi, nicchiano.

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