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Cremonini, primo flagship Chef Express in autostrada a Novara

05 luglio 2017 | 15.18
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Cremonini, primo flagship Chef Express in autostrada a Novara

Un vero e proprio flagship store a insegna Chef Express nell'area di servizio autostradale a ponte di Novara Sud e Nord, tra food experience, design e ambiente, è stato inaugurato mattina dalla società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini. Si tratta di un luogo simbolo, di una vera e propria icona della rete autostradale: qui nel 1947 l'imprenditore dolciario Mario Pavesi aprì la prima area di ristoro. Oggi, completamente ristrutturata dall'architetto Massimo Iosa Ghini, l'edificio si presenta con un concept completamente nuovo dal punto di vista estetico, della logistica e della proposta di food e servizi.

"Questo è uno spazio che rappresenta la ristorazione dell'Italia che si muove, dell'Italia che fa" spiega l'amministratore delegato del gruppo Vincenzo Cremonini, mentre ricorda che la struttura "nasce con Pavesi, come prima iniziativa, per servire il traffico che stava aumentando in un tratto autostradale che allora aveva due corsie, una per senso di marcia. Oggi siamo di fronte a quello che viene definito flagship store. Per la storia, per la dimensione, per la qualità e l'innovazione che offre, esso rappresenta il futuro nell'ambito della ristorazione autostradale".

Per Cremonini si tratta di una "piattaforma multiservizio dove si possono trovare prodotti, aree di relax, di business, spazi per i bambini e un network informativo. Soddisfa il turista che cerca le cosa c'è nel territorio e il business man che può prenotare una sala per i convegni". Un luogo di avanguardia anche dal punto di vista della attrattività enogastronomica: "abbiamo portato dalle città all'interno dell'autostrada brand di successo come Roadhouse e Juice Bar. Pavesi 55 anni fa ebbe l'idea di poter vendere prodotti in autostrada e noi oggi vendiamo una esperienza che è composta da tantissimi servizi e buona ristorazione" evidenzia Cremonini.

Il progetto studiato da Iosa Ghini è "legato alla sostenibilità: tutto l'esterno è realizzato in legno anche per ottimizzare i consumi energetici" e questa, assicura l'ad "sarà la filosofia portante per le nuove ristrutturazioni. Questo è un intervento molto grande che verrà ripetuto in aree simili, qualora se ne presentasse l'opportunità". Al momento, conclude Cremonini, "stiamo ristrutturando oltre sei aree di servizio, di cui cinque, che non sono altrettanto grandi, sposano la filosofia del 'market' in collaborazione con Coldiretti, quindi vendiamo anche prodotti del territorio. Elementi di attenzione importanti - fa notare il numero uno del gruppo Cremonini - che spiegano il successo che Chef Express sta avendo".

L’offerta è molto ampia con sette diverse proposte, tra format alimentari e retail. Sul ponte, la coppia dei ristoranti Burgery e Oltre Gusto: il primo è un hamburgher restaurant gourmet che valorizza il servizio veloce con carni di qualità garantite dall’esperienza e dalla storia di Roadhouse e del Gruppo Cremonini, uno dei principali operatori europei del settore delle carni; il secondo, grazie alla collaborazione con lo Chef Roberto Valbuzzi, offre un menù arricchito di gustose ricette d’autore, che entrano stabilmente a far parte dell’offerta.

Al piano terra, in direzione Torino, c’è il bar caffetteria Lavazza Etigua, dal nome della miscela arabica proveniente da presidi slow food di Etiopia e Guatemala. Al bar si affianca Gourmé, il corner di 'salsamenteria' realizzato in partnership con Italia Alimentari. In direzione Milano sono presenti invece la pizzeria Pomodoro&Mozzarella e infine JuiceBar, il format di healthy food vincitore del Food Service Award 2017 nella categoria Green Appeal, che propone un ampio assortimento di prodotti freschi pronti da consumare subito o da asporto.

Anche il market ha subìto una rivoluzione. L’idea centrale del nuovo 'Chef Store' è stata di creare uno spazio di sosta, non una via d’uscita con un percorso forzato come è consuetudine trovare nella maggioranza dei market autostradali. Ribaltando uno schema diffuso, il nuovo market ha un’identità funzionale propria, come per le aree di caffetteria e ristorazione: un layout multipercorso ('fast' più veloce per uscire, 'slow' per i prodotti tipici regionali, 'tech' che privilegia elettronica, telefonia, ecc.) dove è il cliente a decidere dove andare.

Nello Chef Store, particolare attenzione è stata dedicata all’isola dei prodotti regionali del territorio sono resi disponibili per i viaggiatori grazie all’accordo tra Chef Express e Filiera Agricola Italiana spa, promossa da Coldiretti, con 60 aziende coinvolte: i prodotti di alta qualità del territorio circostante sono garantiti dal marchio Firmato Dagli Agricoltori Italiani, nella cornice di Campagna Amica.

L’area di Novara ha una superficie complessiva di 4.620 mq, di cui 1.370 mq destinati all’area commerciale, e 320 mq per il market . Vi lavorano oltre 115 persone. Ogni anno si contano oltre 16 milioni di veicoli di passaggio in entrambe le direzioni. La progettazione architettonica è stata curata da Iosa Ghini Associati, con una particolare attenzione verso i temi della sostenibilità ambientale, mentre la progettazione esecutiva e i servizi di engineering sono stati affidati a Politecnica, una delle principali società italiane di progettazione integrata (architettura, ingegneria e urbanistica).

L’edificio è stato completamente rigenerato e isolato con un rivestimento esterno di oltre 1000 mq di legno lamellare di abete bianco, così da dimensionare al minimo i suoi impianti di climatizzazione ed evitare sprechi. Rispetto alla carbon print, il legno, materiale ecosostenibile per eccellenza, svolge anche la funzione di assorbitore di CO2 che non va in atmosfera. Il saving energetico è completato dall’installazione di dispositivi per limitare l’uso di elettricità e di un impianto fotovoltaico, dall’uso di illuminazione con nuova tecnologia a led, e dall’impianto di riscaldamento e condizionamento con un nuovo sistema ad alta efficienza.

Il tutto ha portato un risparmio di oltre 500.000 kWh equivalenti, pari a circa 210 tonnellate di CO2 annue non immesse in atmosfera. Inoltre, tutta l'energia elettrica acquistata è certificata al 100% da fonte rinnovabile.

"L'edificio è stato - spiega l'architetto Iosa Ghini - reingegnerizzato", con una spiccata attenzione alla sostenibilità" che "per molti anni è stata una parola, un modo di dire applicato alla sola impiantistica, che è importante. Ma non basta. l'involucro ha un suo peso sulla carbon print e un peso anche nell'uso, nel consumo e nel deterioramento che va previsto. Qui abbiamo utilizzato un legno bello, ma che non ha bisogno di manutenzione". "Abbiamo avuto una committenza illuminata che ha puntato non sul business, ma sullo human business, in cui le persone sono importanti. L'obiettivo non è vendere di più subito, ma fare stare bene le persone in modo che ritornino. Sul lungo periodo è un business che funziona meglio"

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