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L'ipotesi

Pensione, per i giovani spunta l'assegno minimo da 650 euro

18 luglio 2017 | 09.53
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Un assegno di garanzia per i giovani, flessibilità in uscita e meccanismi che non penalizzino le donne. Sono solo alcune delle ipotesi esaminate ieri durante il seminario del Pd 'Non è una pensione per giovani - Rapporti tra generazioni e riforma del sistema previdenziale', andato in scena al Nazareno, e al quale hanno preso parte, tra gli altri, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il vicesegretario del Pd Maurizio Martina, Tommaso Nannicini e i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil.

Tra le proposte emerse spicca quella avanzata da Stefano Patriarca, consigliere economico della presidenza del Consiglio, che ha illustrato l'ipotesi di una pensione contributiva minima di 650 euro mensili per chi ha 20 anni di contributi. Secondo il consigliere di Palazzo Chigi si potrebbe "introdurre anche nel sistema contributivo l'integrazione ad un minimo presidenziale come c'è attualmente nel sistema retributivo".

Per Patriarca, la struttura "potrebbe essere pari all'attuale minimo complessivo dell'assegno sociale, pari a 650 euro mensili per 20 anni di contributi e potrebbe essere legata in modo parziale alla presenza sul mercato del lavoro. "I 650 euro mensili possono aumentare di 30 euro al mese per ogni anno di contribuzione superiore al 20esimo anno - ha rimarcato Patriarca - fino a un massimo di mille euro" e l'assegno potrebbe valere anche per gli anticipi.

L'introduzione dell'integrazione a un minimo previdenziale come nel retributivo, inoltre, determinerebbe un tasso di sostituzione per una carriera piena (40 anni di contributi) pari al 65% della retribuzione media netta.

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