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Redditometro

Fisco, le spese che fanno scattare i controlli

21 luglio 2017 | 06.35
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Basta poco per far scattare il redditometro. Sono diversi infatti i casi in cui si è rischio di accertamento fiscale e se si spende più di quanto si guadagna è facile diventare oggetto di attenzione da parte dell'Agenzia delle Entrate. Stipula di mutui troppo alti, frequenti viaggi in autostrada e persino l'acquisto di una polizza vita, sono alcuni dei 'segnali' di un divario troppo marcato tra reddito e spese effettuate che possono fornire al fisco l'occasione di controlli 'incrociati'.

Di fronte ad un mutuo troppo alto chiesto da chi dichiara un reddito basso, il redditometro potrebbe scattare da un momento all'altro e la conseguenza è che si deve dimostrare con quali soldi si intende far fronte alla rata prevista, come chiarito dalla sentenza 15399/17 della Corte di Cassazione. Attenzione quindi a non correre il rischio dell' 'autodenuncia' puntando con troppa leggerezza a case troppo costose per il nostro reddito perché si rischia di dover far fronte agli accertamenti dell'Agenzia delle Entrate.

Occhio anche ai viaggi troppo frequenti: se si possiede un Telepass, esso potrebbe rappresentare una fonte di accertamento fiscale, in quanto collegato al conto corrente. 'L'avvertimento', contenuto nella sentenza 9825/2017 della Corte di Cassazione, è che se si viaggia molto ma si dichiara poco, la cosa non quadra all'Agenzia delle Entrate che può dunque chiedere al contribuente "spiegazioni idonee a giustificare i viaggi". Si dovrà quindi chiarire per quali motivi e soprattutto con quali soldi si affrontano le relative spese.

Altra traccia inequivocabile per il fisco è l'acquisto di una polizza vita. Una recente sentenza della Corte di Cassazione - come riporta il sito di informazione giuridica laleggepertutti.it - chiarisce che l'acquisto potrebbe rappresentare un indizio di evasione per chi dichiara poco al fisco. Se i premi da pagare sono infatti troppo alti, non si spiegano le modalità di reperimento delle somme necessarie al pagamento da parte di chi dichiara un reddito basso. L'Agenzia delle Entrate potrebbe essere quindi indotta a pensare che si tratti di entrate in nero, cosa che il contribuente dovrà smentire provando la regolarità delle proprie entrate in sede di "contraddittorio preventivo" prima che scattino le procedure di accertamento.

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