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La norma

Buoni pasto, si ha diritto anche in ferie?

22 agosto 2017 | 18.43
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Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - FOTOGRAMMA
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Il buono pasto permette, "tramite esercizi convenzionati, il servizio sostitutivo di mensa aziendale". Così come definito dal decreto n. 122 (QUI) del ministero dello Sviluppo economico del 7 giugno scorso 'Regolamento recante disposizioni in materia di servizi sostitutivi di mensa', nella Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10 agosto.

Per buono pasto, si legge, si intende "il documento di legittimazione, anche in forma elettronica" che "attribuisce al titolare, ai sensi dell'articolo 2002 del codice civile, il diritto ad ottenere il servizio sostitutivo di mensa per un importo pari al valore facciale del buono e, all'esercizio convenzionato, il mezzo per provare l'avvenuta prestazione nei confronti delle società di emissione".

L'articolo 4 del decreto ricorda poi che "sono utilizzati esclusivamente dai prestatori di lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, anche qualora l'orario di lavoro non prevede una pausa per il pasto, nonché dai soggetti che hanno instaurato con il cliente un rapporto di collaborazione anche non subordinato".

I buoni pasto quindi, come ricorda il portale di diritto 'La legge per tutti', sono alternativi alla mensa aziendale e sono assegnati per ogni giornata lavorata: "Per questo il lavoratore non ha il diritto di percepirli quando è in ferie, in malattia o per le domeniche e le giornate non lavorative" si legge. Ma ne ha diritto se "si trova in trasferta, a meno che non gli sia riconosciuta un'indennità per le spese di vitto o non abbia diritto al rimborso" delle spese.

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