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Atac, Cda: sì a concordato preventivo

01 settembre 2017 | 15.22
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Il Cda di Atac, che si è riunito oggi, "ha individuato nella procedura di concordato preventivo in continuità la migliore soluzione alla crisi della società, deliberando l’immediata comunicazione all’azionista e convocazione dell'Assemblea dei soci per le decisioni di competenza".

Il Cda ha altresì affidato l’incarico di advisor finanziario e industriale alla società Ernst Young, di supporto alla procedura di soluzione della crisi. ‘’Oggi abbiamo compiuto – commenta Paolo Simioni - il primo passo concreto per il risanamento e rilancio della società".

RAGGI - ''Atac deve rimanere pubblica. Atac deve rimanere di noi tutti. Finalmente, inizia una nuova vita per Atac. Si avvia un percorso di rinnovamento totale dell’azienda di trasporti di Roma con un obiettivo chiaro: migliorare le linee, rinnovare la flotta degli autobus, la metropolitana; ridurre i tempi d’attesa; dare ai cittadini i servizi che meritano; tutelare i dipendenti onesti''. Così su Facebook la sindaca di Roma Virginia Raggi commenta il via libera del cda al concordato preventivo.

''Insomma, parte la rivoluzione - scrive la prima cittadina di Roma - che trasforma la più grande società pubblica di trasporti d’Europa in una azienda efficiente. Iniziamo un percorso che si chiama “concordato preventivo” e che stiamo studiando dallo scorso anno: chiediamo ai creditori dell’azienda di realizzare insieme un piano di risanamento e rilancio''.

''Chiediamo ai dipendenti e ai cittadini di seguirci in questo percorso di rinascita e aiutarci a rilanciare la azienda di tutti noi. Mettiamo in opera uno strumento per trasformare radicalmente l’azienda e che mira a tutelare i livelli occupazionali. I lavoratori onesti non hanno nulla da temere. Non credete alla propaganda di chi vuole far fallire questa azienda''.

(segue)

''È un cammino che richiede coraggio, determinazione e una visione di lungo periodo. Nessuno in passato ci ha provato. Al contrario, hanno preferito non intervenire e lentamente hanno “spolpato” un patrimonio di tutti i cittadini con il preciso obiettivo, oggi evidente a tutti, di svendere ai privati. Noi non abbiamo paura perché il nostro unico interesse è avere trasporti davvero efficienti. Non siamo legati a logiche clientelari, non dobbiamo niente a nessuno. Questo ci rende liberi''.

''Abbiamo un obiettivo chiaro: Atac deve rimanere pubblica, deve rimanere dei cittadini e non finire nelle mani di privati che puntano esclusivamente a fare cassa sulle spalle dei romani e dei dipendenti. Sull’azienda ci sono le mire di chi la vuole a tutti i costi privatizzare e vuole dividersi le spoglie. I privati puntano a creare linee di serie A e linee di serie B; a fare profitto''.

''È arrivato il momento di scegliere: o si va con i privati o si lascia Atac in mano pubblica, in una buona mano pubblica. Non è vero che “il pubblico non funziona”: se ben condotto può funzionare bene. Noi abbiamo scelto: l’azienda deve rimanere di proprietà dei romani. Noi non la svendiamo, i servizi pubblici non hanno prezzo''.

(segue)

''Cedere ai privati - scrive ancora Raggi - non è la soluzione, non è la cura per Atac. I privati non offrono una risposta immediata ai problemi strutturali ed economici della municipalizzata, non preservano il servizio ma lo rendono vulnerabile, sofferente e facile preda di chi punta solo a fare cassa. Con il privato vige la legge del profitto a discapito di quella della solidarietà e del servizio, scendono in campo interessi economici che tolgono sostanza al servizio e che nulla hanno a che fare con le mirabolanti soluzioni sponsorizzate dai partiti politici''.

''Non vogliamo creare disparità nel trasporto pubblico; non vogliamo linee o tratte maggiormente servite, perché più convenienti, e altre deliberatamente messe da parte perché poco remunerative; non vogliamo costi esorbitanti del biglietto; non vogliamo che il privato faccia prevalere i suoi interessi a danno della città e dell’interesse pubblico. Siamo perfettamente consapevoli che attuare cambiamenti veloci in un'azienda con oltre 1,3 miliardi di debiti non è impresa facile, ma siamo altrettanto consci del nostro obiettivo, del fine verso cui stiamo indirizzando i nostri sforzi''.

''Se avessimo puntato solo al consenso immediato - conclude la sindaca di Roma - avremmo fatto un passo indietro, abbandonato la partita, cedendo alla propaganda sulla liberalizzazione del trasporto pubblico locale che, invece, altri schieramenti politici cavalcano solo per acquisire una manciata di voti o solo per interessi elettorali. Stiamo giocando una partita che ha terrorizzato i nostri predecessori e li ha fatti indietreggiare: noi andiamo avanti con coraggio''.

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