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Spesometro 2017 in tilt, scadenza slitta al 5 ottobre

25 settembre 2017 | 16.12
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La schermata della sezione 'Fatture e corrispettivi' dell'Agenzia dell'Entrate
La schermata della sezione 'Fatture e corrispettivi' dell'Agenzia dell'Entrate

"Il servizio web è temporaneamente sospeso per manutenzione. Restano attivi tutti gli altri canali di trasmissione". Spesometro 2017 in tilt sul sito dell'Agenzia delle Entrate dove, da questo fine settimana, è infatti impossibile accedere alla sezione 'Fatture e corrispettivi' per inviare telematicamente i dati delle fatture emesse e ricevute.

AGENZIA ENTRATE - Il servizio web 'Fatture e Corrispettivi', temporaneamente sospeso dalla serata del 22 settembre scorso, "sarà nuovamente disponibile agli utenti entro domani, martedì 26, a valle di alcuni interventi correttivi effettuati da Sogei, che gestisce il sistema informativo dell’Anagrafe Tributaria". E' quanto comunica in una nota l'Agenzia delle Entrate.

"Il servizio web per l’invio dei dati delle fatture sarà quindi ripristinato, con l’eccezione di alcune funzionalità sulle quali sono in corso ancora interventi da parte di Sogei volti a ripristinare al più presto il servizio completo. In particolare - si legge nella nota - non sono ancora attive le seguenti funzionalità: modifica dei dati fattura attraverso interfaccia web; la visualizzazione delle notifiche di esito delle sole fatture elettroniche, delle comunicazioni trimestrali Iva e quelle relative ai corrispettivi; la precompilazione dei dati all’interno della funzionalità di generazione dati fattura".

"Si ricorda, in proposito, che sono comunque sempre stati attivi tutti gli altri canali di trasmissione dei dati attraverso software gestionali. In considerazione dei disagi sopravvenuti, con provvedimento del direttore di Agenzia delle entrate in corso di emanazione, saranno ritenute tempestive le comunicazioni relative ai dati delle fatture presentate entro il 5 ottobre 2017. Inoltre, gli uffici dell’Agenzia, ove riscontrino obiettive difficoltà per i contribuenti, valuteranno la possibilità di non applicare le sanzioni per meri errori materiali e/o nel caso in cui l’adempimento sia stato effettuato dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dall’originaria scadenza", conclude la nota.

ADDETTI AI LAVORI - Preoccupazione viene espressa dai professionisti del settore. Non applicare le sanzioni sugli invii dei dati delle fatture o un ulteriore slittamento dei termini, date le oggettive difficoltà di collegamento con il sito delle Entrate e dell’invio dei file sono, ad esempio, le richieste del presidente dell’Istituto nazionale tributaristi (Int), Riccardo Alemanno, fatte in una lettera al ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ai viceministri Enrico Morando e Luigi Casero, e al direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

Alemanno ha anche evidenziato che l'utilizzo dei sistemi informatici per l'invio di un numero così importante di dati dovrebbe essere preceduto da un periodo di prova: "Si comprendono - spiega - le difficoltà collegate a un adempimento così imponente per numero di dati e utenti, ma in previsione di ulteriori utilizzi dei sistemi informatici per invio dati e documenti, quale la fattura elettronica tra privati, sarebbe opportuno un periodo di prova che coinvolgesse le rappresentanze degli intermediari fiscali".

"Noi come sempre - sostiene - se interpellati siamo a disposizione per ogni possibile collaborazione costruttiva che possa contribuire ad evitare tensioni e ritardi a contribuenti, intermediari fiscali e Pa. Ora contribuenti e intermediari attendono un doveroso e rapido intervento di Mef e Agenzia delle Entrate".

Se non ci sarà un provvedimento "ufficiale e urgente - rincara il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani in una missiva inviata al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan -, ci vedremo costretti, nostro malgrado, a non rispondere, come professionisti, delle sanzioni che eventualmente verranno irrogate ai nostri clienti per eventuali ritardi e omissioni negli invii delle comunicazioni. Non possiamo certo essere noi a rispondere delle inefficienze di un sistema, ad oggi, inadeguato".

"La situazione creatasi in questi giorni è di estrema gravità, inaccettabile e non degna di un Paese civile. Nei giorni scorsi, oltre a ribadire la necessità di un provvedimento immediato che disponesse un congruo differimento della scadenza (quanto meno al 15 ottobre), abbiamo chiesto di considerare questo primo invio di natura sperimentale, nonché la disapplicazione delle sanzioni per le violazioni eventualmente commesse, con possibilità di correzione degli errori anche oltre il termine di scadenza, come peraltro preannunciato dallo stesso viceministro, Luigi Casero", ricorda ancora Miani.

"Occorre un segnale forte da parte delle Istituzioni - scrive quindi Miani - affinché siano ripristinate le condizioni minime di rispetto dei contribuenti e dei professionisti, in conformità ai principi dello Statuto dei diritti del Contribuente. Il Consiglio Nazionale, unitamente ai 131 Ordini territoriali della categoria, valuterà inoltre - prosegue - di intraprendere eventuali azioni per manifestare più concretamente il disagio e la disapprovazione dei Commercialisti e dei loro clienti".

"Avevamo paventato - scrive il leader dei commercialisti - che l’enorme mole di dati richiesta, circa venti miliardi all’anno, avrebbe comportato elevati rischi di blocco dei servizi di trasmissione e di gestione delle ricevute. Ci troviamo ora a tre giorni di distanza dalla scadenza (insufficientemente prorogata per già tre volte), con tutte le problematiche ancora non risolte: il servizio web di trasmissione telematica dell’Agenzia delle Entrate è sospeso da venerdì sera ed ancora oggi (lunedì) non è stato riattivato; le ricevute di accettazione o scarto dei file trasmessi, che dovrebbero essere disponibili in pochi minuti, sono recapitate mediamente dal sistema soltanto dopo tre o quattro giorni dall’invio dei file. A ciò si aggiunga, la grave violazione della privacy dei contribuenti che è emersa negli ultimi giorni, essendo stato riscontrato che il sistema telematico non garantisce la riservatezza dei dati inviati", continua Miani nella lettera.

"Una situazione inaccettabile e non degna di un Paese civile come il nostro - ribadisce quindi - per la quale è doveroso porre immediato rimedio, quale minimo segno di rispetto nei confronti dei contribuenti e dei professionisti. I commercialisti, in particolare, non sono più disponibili a lavorare in queste condizioni di estremo disagio, di perdurante incertezza e di costante affanno, senza che la Pubblica Amministrazione abbia fatto la propria parte mettendo a disposizione gli strumenti necessari per la regolare e diligente esecuzione degli adempimenti richiesti", conclude Miani.

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