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Derby Italia-Francia: ecco gli intrecci milionari

27 settembre 2017 | 16.05
LETTURA: 4 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

di Federica Mochi

Non c'è solo l'affaire Fincantieri-Stx al centro della partita giocata a colpi di capitali e scalate milionarie tra Italia e Francia. Il terreno di scontro tra Parigi e Roma è molto più ampio e si estende fino a lambire i casi Vivendi-Tim e la scalata selvaggia di Vincent Bolloré a Mediaset. Mentre stasera, con ogni probabilità, a Lione verrà trovato l'accordo per la gestione dei cantieri navali di Saint Nazare, sono altre le questioni che tengono banco e che non hanno ancora messo d'accordo i due Paesi.

FINCANTIERI-STX, UN AFFAIRE TURBOLENTO - Dopo mesi di trattativa, oggi a Lione si dovrebbe arrivare finalmente a una soluzione di reciproco interesse tra Fincantieri e Stx che garantisca sia l'investimento del gruppo italiano che i cantieri di Saint Nazaire. Stando a quanto riporta il quotidiano parigino 'Le Monde', un compromesso sul capitale da ripartire sarebbe già stato trovato. Al gruppo di Trieste dovrebbe andare la maggioranza dei cantieri navali di Saint Nazaire, il 50% dei diritti di voto, più un prestito dell'1% che Parigi accorderà a Fincantieri spalmandolo su 12 anni, e riservandosi la possibilità di riprenderselo nel caso non venissero rispettati gli accordi.

Il piano rivelato da 'Le Monde' prevede che Parigi presti a Fincantieri l'1% del capitale per 12 anni tenendo degli incontri regolari per verificare che gli impegni presi vengano rispettati. "Ufficialmente - scrive il quotidiano parigino - Fincantieri diventerà proprietaria del 50% del capitale. L'altra metà sarà in mano ai francesi". 'Le Monde' precisa inoltre che a Naval Group andrà tra il 10 e il 15% e che "il gruppo controllato in maggioranza dallo Stato italiano otterrà di fatto il controllo operativo della società francese".

IL CASO TIM - Probabilmente il caso Vivendi-Tim verrà lasciato fuori dal vertice di Lione. Eppure nel gestire il dossier, sarà difficile non tener conto dell'esercizio del golden power. Ieri il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è stato chiaro: "Domani c'è la riunione del Comitato e vedremo cosa dirà come è noto - ha detto a margine del G7 dell'Industria - io penso che ci siano gli estremi per esercitare la golden power". Calenda ha ribadito la necessità di notificare il controllo da parte di Vivendi, sottolineando che per quanto riguarda la sicurezza "esiste un tema reale che va gestito in modo equilibrato e assolutamente non punitivo". Il controllo acquisito su Tim da parte del gruppo guidato da Bolloré era già stato evidenziato dalla Consob e avrebbe dovuto essere notificato al Governo. Ora il comitato istituito dovrebbe attestare l'omessa, o quantomeno ritardata notifica da parte di Vivendi della sua posizione nella società italiana.

MEDIASET, PARTITA ANCORA APERTA - Sulla scalata a Mediaset, l'Agcom ha ribadito che la sua attività di monitoraggio per verificare che Vivendi non eserciti "un'influenza notevole" sul gruppo di Cologno "resta ferma". Lo scorso aprile l'Autorità per le Comunicazioni aveva stabilito che il gruppo di Bolloré, detenendo il 23,9% di Tim e il 28,8% delle azioni Mediaset violasse l'articolo 43 comma 11 del Tusmar, testo unico per i media e l'audiovisivo. Vivendi ha quindi un anno di tempo per scendere nel capitale di Mediaset o di Tim.

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