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Pirelli in Borsa, sarà un buon affare?

29 settembre 2017 | 14.30
LETTURA: 4 minuti

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

di Federica Mochi

E' ancora presto per stabilire se si tratterà di uno dei più grandi collocamenti dell'anno. Certo è che Pirelli rientra in Borsa con un'azienda notevolmente rinnovata rispetto a quella presente sul listino milanese fino a due anni fa. Il 4 ottobre il gruppo della Bicocca debutterà a Piazza Affari al valore minimo della forchetta (6,5 euro per azione). Le aspettative sono tante, sulla carta il potenziale è altissimo e ora bisognerà capire se il titolo riscuoterà successo tra chi investe in Borsa.

"E' un marchio storico che torna a Piazza Affari, un'azienda che rispetto alla sua precedente uscita dal mercato si è notevolmente ammodernata - spiega all'AdnKronos l'analista Massimo Intropido, fondatore e responsabile di 'Ricerca e Finanza' -. Inoltre, parliamo del costruttore di pneumatici che ha la maggiore visibilità al mondo, essendo fornitore unico della Formula Uno. Il suo è un titolo che per capitalizzazione verrà inserito nell'indice principale Ftse/Mib".

"Tuttavia - sottolinea l'esperto - si tratta di un titolo che è stato valutato a un prezzo piuttosto elevato rispetto alla sua situazione attuale, ma certamente ha un enorme potenziale di crescita a livello aziendale. Di conseguenza, nel tempo, il prezzo attuale potrebbe essere più che giustificato". Rientrare in Borsa, per gli azionisti di riferimento significa "monetizzare il lavoro di organizzazione che è stato fatto" spiega ancora Intropido.

PERCHÉ IL PREZZO DI VENDITA È STATO FISSATO A 6,50 EURO PER AZIONE? - Il prezzo dell'offerta di vendita (identico sia per l'offerta pubblica sia per il collocamento istituzionale) è stato fissato a 6,50 euro per azione, "un pelo sopra al livello minimo, che è 6,3 - commenta l'eperto -. Il prezzo oscillava tra un minimo di 6,3 euro e un massimo di 8,3 euro e nella prima settimana di presentazione c'erano voci di un possibile prezzo a 7,20. Invece 6,50 è appena sopra la parte bassa della forchetta perché il mercato già trova questa valutazione elevata. Non è eccessiva, certo, ma neanche a sconto. Se le cose proseguiranno come stanno andando adesso a livello aziendale, il titolo potrà salire tranquillamente oltre quel livello, perché il mercato incorporerà una crescita aziendale spalmata su diversi anni".

RISCHI E OPPORTUNITA' - Con la quotazione le prospettive per l'azienda non sembrano tuttavia mutare. "Il problema semmai possono essere le prospettive per chi sottoscrive il titolo - spiega Intropido - nonostante sia un titolo che non viene quotato a un prezzo di sconto, ci sono tutte le premesse perché Pirelli cresca a livello di fatturato e utile più dei suoi competitor. Questo, a lungo andare, potrebbe rendere la quotazione un buon affare".

Va comunque sottolineato che nel breve periodo il titolo potrebbe scendere. "Già subito dopo la quotazione - nota l'esperto - se ad esempio dovesse scendere il mercato". Del resto, nonostante non sia un titolo collocato a dei prezzi di forte sconto, "la domanda è stata molto alta" puntualizza Intropido. Un dato "molto positivo perché significa che il mercato vuole assolutamente questo titolo. Ciò giustifica il fatto che è stato collocato su delle quotazioni elevate; si sapeva che ci sarebbe stata una domanda molto consistente".

PUÒ ESSERE APPETIBILE PER CHI INVESTE IN BORSA? - Chi investe in Borsa potrebbe trovare interessante il titolo, "purché non sia l'unico che si mantiene in portafoglio - chiosa l'esperto - discorso che vale per qualsiasi titolo".

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