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Bankitalia, ecco gli ex passati alle banche: il rischio conflitto interessi

20 ottobre 2017 | 11.52
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I percorsi professionali sono individuali e, fino a prova contraria, laddove la legge non lo impedisce, ognuno è libero di andare a lavorare dove vuole. Né un'istituzione come la Banca d'Italia può rispondere delle scelte di chi decide di lasciarla per altre opportunità. Ma alcuni 'cambi di casacca' evidenziano intrecci che possono portare con sé un conflitto di interessi: ecco quelli che l'Adnkronos ha potuto ricostruire, secondo quanto emerso anche da atti giudiziari e parlamentari.

Tre casi riguardano direttamente la Banca Popolare di Vicenza guidata da Gianni Zonin. Si tratta di uomini di Bankitalia che sono passati alle dipendenze dell'istituto veneto. Luigi Amore, svestiti i panni di funzionario della vigilanza della banca centrale, ha vestito per due anni, tra il 2006 e il 2008, quelli di responsabile audit della Bpvi. Un ruolo chiave, il suo, ovvero quello del manager responsabile dei controlli interni alla banca.

Mario Sommella ha fatto lo stesso percorso. Da Via Nazionale alla Popolare di Vicenza, peraltro con un ruolo sostanzialmente analogo, dalla segreteria generale di palazzo Koch a quella della Bvpi, nel 2008. Terzo acquisto eccellente di Zonin quello di Gianandrea Falchi che in banca d'Italia è stato capo della segreteria particolare del Governatore, ai tempi di Mario Draghi. E' stato capo delle relazioni istituzionali di Bpvi con un contratto di consulenza di due anni scaduto a fine 2015. Il suo operato è stato anche oggetto di una interrogazione parlamentare firmata da esponenti del M5S.

Altro caso in cui è stato denunciato il potenziale conflitto di interessi, soprattutto dalle associazioni che rappresentano azionisti e risparmiatori, è quello di Giambattista Duso. E' stato commissario di Banca di Credito Cooperativo di Bene Vagienna, nominato da Bankitalia, tra l’aprile 2013 e il maggio 2014. Nello stesso periodo è stato anche amministratore di Marzotto Sim, società di intermediazione mobiliare della Popolare di Vicenza.

Secondo chi lo ha accusato, avrebbe trasferito gran parte degli impieghi della banca che ha guidato nelle vesti di commissario proprio alla Popolare di Vicenza. E' da sottolineare, comunque, che rispetto a questi fatti non sono emerse evidenze penali a carico di Duso, tanto che è intervenuto un procedimento di archiviazione definitivo del Gip di Cuneo.

Tra gli uomini che hanno costruito la loro carriera in Bankitalia e che hanno avuto ruoli nella gestione di banche poi finite sull'orlo del fallimento, c'è anche Federico Terrinoni, ex ispettore della vigilanza di via Nazionale. E' stato commissario di Banca Marche, insieme a Giuseppe Feliziani, dopo aver già ricoperto il ruolo di commissario straordinario di Banca di Credito Cooperativo del Veneziano. In questo caso, è da evidenziare che il passato in Bankitalia di un commissario nominato da via Nazionale non costituisce un elemento che possa fare emergere un conflitto di interessi. Semmai, può costituire un argomento di chi sostiene la necessità di separare le funzioni di Vigilanza da quella di Risoluzione e gestione delle crisi, oggi entrambe in capo a Palazzo Koch.

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