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Eni: guarda sempre più all'Africa, tour Descalzi in Ghana e Angola/Adnkronos

07 novembre 2017 | 16.20
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L'ad di Eni con il Presidente dell’Angola João Gonçalves Lourenço
L'ad di Eni con il Presidente dell’Angola João Gonçalves Lourenço

L'Africa è il continente che cresce di più e l'Eni guarda decisamente a quell'area del mondo in cui è presente da oltre 60 anni. Con oltre 8 miliardi di investimenti in 16 Paesi, il gruppo petrolifero italiano è diventato quello italiano più presente in Africa: dall'Egitto all'Angola, dal Congo al Gabon, passando dal Ghana e dal Mozambico, sono numerose le impronte lasciate dal Cane a zei zampe in quel continente. E con il tempo quelle impronte, le cui prime tracce sono apparse nel lontano 1953 quando il gruppo avviò le prime ricerche in Somalia, non sono destinate a scomparire. Lo dimostra quotidianamente l'amministratore delegato, Claudio Descalzi, per il quale il dialogo con i suoi partner africani e pressoché costante.

E proprio in questi giorni Descalzi ha fatto parlare i fatti recandosi in Angola e in Ghana. Un'occasione per il punto sulle attività operative del gruppo in quei paesi ma anche sui temi legati all'accesso all’energia e al supporto socio-economico e sanitario. Perché come ha spiegato recentemente il numero uno del gruppo petrolifero italiano "se aiuti il tuo interlocutore a diventare più forte, sei più forte anche tu". E questo vale sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale.

Descalzi, ieri, nel corso del suo incontro con il presidente della Repubblica dell’Angola Joao Gonçalves Lourenço, si è soffermato non solo sulla produzione deell’East Hub Development Project, nel Blocco 15/06 (Eni 36,84%, Operatore; Sonangol Pesquisa e Produção 36,84%; SSI Fifteen Limited 26,32%), nel deep offshore angolano ma anche su altri due progetti, Ochigufu e Vandumbu, che sono in fase di esecuzione e che saranno avviati rispettivamente nella prima metà del 2018 e nella seconda metà del 2019.

Questi progetti, con l’aggiunta di un nuovo sistema di pompaggio sottomarino che entrerà in funzione nella seconda metà del 2018, consentirà di aggiungere 54.000 barili di olio/giorno agli attuali livelli produttivi.

Sempre in Angola Eni sta inoltre sviluppando iniziative per monetizzare le risorse di gas già scoperte nel paese, anche a supporto del mercato domestico e della produzione di energia elettrica, e sta collaborando con Sonangol nel settore downstream per migliorare l’efficienza degli impianti di raffinazione esistenti e in supporto alla definizione di impianti futuri. Inoltre il gruppo è impegnato anche in attività di supporto allo sviluppo socio-economico nella regione meridionale, a beneficio di circa 60.000 persone. Tra le iniziative in corso la perforazione di pozzi ad acqua e l’installazione di pannelli fotovoltaici, nonché progetti in ambito agricolo, sanitario e di formazione.

In Ghana, dove Descalzi è stato ricevuto ad Accri dal presidente della Repubblica del Ghana Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, si è fatto il punto sulla produzione dell’Integrated Oil&Gas Development Project, nel blocco Offshore Cape Three Points (OCTP), nella Western Region. Il progetto di sviluppo di Octp è un esempio concreto dell’approccio dual flag di Eni: il 48% dei contratti è stato assegnato ad aziende locali, circa 2300 ghanesi sono attualmente impiegati nei diversi progetti e attività operative, e ogni anno $1,3 milioni sono destinati a borse di studio e training.

E anche in Ghana l'Eni sta inoltre portando avanti una serie di progetti volti a migliorare le condizioni di vita e mitigare l’impatto sui gruppi più vulnerabili nella Western Region, per un investimento di circa 10 milioni di dollari. Tra le iniziative in corso, definite insieme alle comunità locali, aiuti diretti, training e progetti specifici su agricoltura, allevamento e pesca e in particolare lo sviluppo della produzione dell’olio di cocco, la gestione dell’acqua potabile e dei rifiuti, lo sviluppo del mercato di Sanzule, l’upgrade delle scuole locali e la formazione professionale.

Angola e Ghana. Ma non solo. In queste settimane il gruppo petrolifero italiano è particolarmente impegnato anche in Egitto dove la partenza di Zohr è prevista a fine anno. Un giacimento, quello di Zohr, situato nella concessione di Shorouk, che è stato scoperto da Eni nell’agosto del 2015 e che è il più grande giacimento di gas naturale mai rinvenuto nel Mediterraneo, con un potenziale complessivo a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto.

Intanto l'ad di Eni Claudio Descalzi è atteso nei prossimi giorni ad Abu Dhabi per il salone Adipec 2017 (The Abu Dhabi International Petroleum Exhibition and Conference). Un'occasione per un confronto con i principali operatori del settore e con numerosi interlocutori istituzionali.

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