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Statali, "a rischio ferie per esami e terapie"

13 novembre 2017 | 20.57
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Mangiarsi le ferie per sottoporsi a esami diagnostici o fare terapie riabilitative. E' quanto viene proposto agli statali che dovessero superare un tetto di 18 ore di permessi per tali esigenze, in pratica tre giorni. A segnalarlo è la Cgs, Confederazione generale sindacale, facendo riferimento a una bozza consegnata ai sindacati nella trattativa in corso all'Aran sul rinnovo contrattuale del comparto delle Funzioni centrali.

"Sono davvero poche 18 ore di permessi, perché superato il monte ore viene proposto di mangiarsi le ferie" spiega all'Adnkronos Rino Di Meglio, segretario della Confederazione generale sindacale-Cgs.

"Fino ad oggi gli impiegati pubblici, per tali esigenze, (che hanno a che fare con la salute), hanno potuto mettersi in malattia - prosegue - ma in particolare per gli insegnanti e più in generale per chi lavora nella scuola, ad esempio, l'opzione ferie non è praticabile perché le ferie sono legate a determinati periodi. Al di là del merito, se un insegnante dovesse fare una terapia a ottobre come fa a mettersi in ferie?" afferma ancora Di Meglio che è anche coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

"A fronte di questa proposta dovremo trovare una posizione comune in tutti i comparti perché è probabile - prosegue il sindacalista - è sempre avvenuto, che determinate norme, su permessi e assenze, dagli statali poi vengano estese anche agli altri dipendenti pubblici".

Il capitolo permessi comunque è uno dei vari che scontenta Cgs. Anche la parte economica, le risorse stanziate per i rinnovi, vengono ritenute insufficienti. Facendo i calcoli nel comparto Istruzione, infatti, al netto delle ritenute, l'aumento dovrebbe essere di circa 40 euro pro capite, che "appaiono del tutto insufficienti per un cambiamento significativo della situazione” conclude Di Meglio.

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