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Ue all'Italia: "Conti pubblici non migliorano"

14 novembre 2017 | 17.03
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Palazzo Berlyamont, sede della Commissione europea (FOTOGRAMMA)
Palazzo Berlyamont, sede della Commissione europea (FOTOGRAMMA)

Sul documento programmatico di bilancio dell’Italia per il 2018 "prenderemo decisioni la settimana prossima, non voglio pregiudicare nulla. Il fatto è che, come tutti possono vedere dai numeri, la situazione in Italia non migliora. La sola cosa che posso dire è che tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la situazione reale". Lo afferma il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, in conferenza stampa al termine del collegio dei commissari a Strasburgo, in collegamento con Bruxelles.

"Si tratta - continua Katainen - del futuro del welfare italiano, della salute dell’economia italiana. Saprete di più sulla questione la settimana prossima". Tuttavia, gli è stato obiettato, la crescita economica dell’Italia nel 2017 è all’1,5%, livello che il Paese non vedeva da tempo (e molto di più del +0,9% stimato dalla Commissione nel maggio scorso).

PREVISIONI AUTUNNO - Katainen ha replicato spiegando di avere in mente "solo i dati pubblicati nelle previsioni economiche di autunno, che mostrano chiaramente una deviazione dall’obiettivo di medio termine, quando guardiamo al saldo strutturale. Non abbiamo dati segreti".

MOSCOVICI - Il commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici ha detto chiaramente, la settimana scorsa, che la differenza tra le valutazioni di Roma e quelle di Bruxelles "non avranno conseguenze procedurali". Alla domanda se sia d'accordo o dissenta dall'affermazione del collega francese, il politico finlandese risponde: "Abbiamo avuto una discussione molto approfondita sulla situazione complessiva di bilancio nell'Unione economica e monetaria, specialmente in Italia".

KATAINEN - "L'orientamento di base - continua Katainen - è che dobbiamo essere onesti. Con tutti i Paesi, non solo con l'Italia. Ma dobbiamo essere onesti e far conoscere ai cittadini la situazione reale". Alla gente può non piacere "ciò che dice la Commissione, ma dobbiamo essere onesti. Specialmente - conclude - nei Paesi in cui ci sono elezioni in vista, la gente deve sapere qual è la situazione reale, e poi possono decidere liberamente quello che vogliono decidere".

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