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Energia: Online nuovo numero newsletter Gme

16 novembre 2017 | 16.16
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Energia: Online nuovo numero newsletter Gme

È online, scaricabile dal sito www.mercatoelettrico.org, il nuovo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (Gme). La newsletter si apre con un intervento di Marco Pellegrino e Ana Georgieva del REF-E sulla riforma al sistema europeo di Ets e i potenziali rischi ad esso connessi.

Sono passati dodici anni, infatti, dall’avvio del primo meccanismo di scambio di permessi ambientali che ha guidato il processo di de-carbonizzazione dell’economia europea. Tuttavia, in questo lasso di tempo, i prezzi non sono stati in grado di “influenzare la riduzione delle emissioni e di conseguenza accelerare la transizione verso un’economia low-carbon e garantire il raggiungimento degli obiettivi ambientali – hanno spiegato i due esperti del REF-E –. Fra le diverse cause che hanno influenzato i risultati dell’emission trading, l’eccesso di permessi, diventato strutturale nel corso degli anni, ha avuto un ruolo fondamentale”.

Ad oggi, l’EU ETS copre circa il 45% delle emissioni europee, si estende su 31 paesi e comprende circa undicimila impianti termoelettrici e siti industriali. Nel 2015 la Commissione Ue ha presentato la prima proposta di revisione dell’EU ETS da applicare nella sua IV fase (2021-2030), seguita nel 2016 da un pacchetto di misure mirato all’accelerazione della riduzione dell’intensità di carbonio in tutti settori dell’economia europea, compresi anche quelli non-EU ETS per cui sono stati stabiliti obiettivi di riduzione di carattere vincolante. “Le azioni principali previste nella riforma si concentrano sulla ridefinizione di alcuni parametri dell’attuale disegno del meccanismo”, osservano Pellegrino e Georgieva come “un ridimensionamento del cap a partire dal 2021”, il “mantenimento della quota annuale che verrà allocata tramite aste (circa 57% del cap)”, un “miglioramento dell’assegnazione delle quote di emissioni gratuite” e un “sostegno all’innovazione e agli investimenti in soluzioni a basso impatto ambientale tramite un fondo per l’innovazione e uno per la modernizzazione nei paesi a basso reddito”.

Il target EU 2030 è stato tradotto, inoltre, in una riduzione complessiva del 43% rispetto alle emissioni nel 2005 per i settori ETS, e del 30% per i settori non ETS. “A differenza dell’EU ETS dove la riduzione di emissioni rimane un obiettivo comune – hanno sottolineato i due analisti del REF-E -, la proposta di Effort Sharing della Commissione stabilisce i target vincolanti da raggiungere nel periodo 2021-2030 per ogni singolo paese. I criteri alla base della differenziazione degli obiettivi poggiano sui principi di equità, efficienza in termini di costi e integrità ambientale”. Tra le soluzioni alternative vi è, anche, il carbon pricefloor, che prevede un sovrapprezzo da applicare ad ogni tonnellata di carbonio rilasciata in atmosfera, e già adottato in Gran Bretagna. Tale misura, hanno precisato i due esperti del REF-E “agisce sul prezzo attraverso una disincentivazione economica diretta della produzione di carbonio, in aggiunta rispetto al prezzo ETS di mercato”.

Oltre alla Gran Bretagna anche altri paesi europei come Francia, Germania e Italia hanno avanzato alcune proposte simili. Il nostro paese “è intervenuto nel dibattito attraverso la SEN, nella quale viene evidenziato che la mancanza di una tassa sul carbonio, insieme alla ridotta efficacia dello schema EU ETS, sono tra le cause principali per le quali la produzione di energia elettrica da impianti a carbone e a olio combustibile è ancora attiva. La produzione a carbone in Italia rimane ancora competitiva, soprattutto a causa dei prezzi del gas naturale in forte rialzo negli ultimi mesi e di un prezzo del carbonio stabile su livelli non disincentivanti – hanno concluso Pellegrino e Georgieva –. L’applicazione di misure aggiuntive rispetto allo schema ETS in via unilaterale rispetto ai restanti paesi UE può certamente vantare un più efficace raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Il rischio tuttavia è quello di assistere a uno squilibrio della competitività del sistema europeo nella produzione di energia elettrica qualora la misura fosse implementata in maniera disomogenea, con i paesi strutturalmente più green capaci di offrire energia a costi più bassi”.

All’interno del nuovo numero sono pubblicati, inoltre, i consueti commenti tecnici, relativi i mercati e le borse elettriche ed ambientali nazionali ed europee, la sezione dedicata all’analisi degli andamenti del mercato del gas italiano e la sezione di analisi sugli andamenti in Europa, che approfondisce le tendenze sui principali mercati europei delle commodities. La newsletter riporta, infine, come consuetudine, i dati di sintesi del mercato elettrico per il mese di ottobre 2017.

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