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Pa, al via assunzione di 50mila precari

23 novembre 2017 | 16.23
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(Fotogramma)
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La ministra della Pa Marianna Madia ha firmato l'attesa circolare per la stabilizzazione del cosiddetto precariato storico, una platea di circa 50 mila lavoratori, come previsto dalla riforma che porta il suo nome. La circolare dà indicazioni alle amministrazioni pubbliche che potranno partire subito con le assunzioni, a partire da gennaio 2018, per il triennio 2018-2020. Senza aspettare, dunque, il piano triennale dei fabbisogni, tenendo conto però dei limiti derivanti dalle risorse finanziarie a disposizione e delle figure professionali già presenti nella pianta organica. Sarà opportuno che le amministrazioni operino, comunque, una ricognizione del personale potenzialmente interessato e delle esigenze di professionalità da reclutare.

La circolare fornisce un piano organico per risolvere il problema a livello generale, ovvero tenendo conto degli interventi passati si definisce il quadro definitivo di come assumere i precari della Pa (sul modello maestre).

Il testo firmato dalla ministra Madia impone anche il divieto di riproporre nuovi contratti di tipo precario per il futuro e consentirà solo le cosiddette collaborazioni genuine.

"Il divieto è infatti circoscritto esclusivamente alle professionalità e alle posizioni oggetto delle procedure di reclutamento speciale" si legge nella circolare. Le amministrazioni che hanno necessità di ricorrere a tipologie di lavoro flessibile dovranno privilegiare, per il reclutamento speciale, "l’utilizzo di risorse di turn over ordinario nel rispetto del principio dell’adeguato accesso dall’esterno".

Ai fini del periodo maturato, inoltre, è possibile far valere rapporti di lavoro flessibile, vengono quindi introdotte importanti novità rispetto ad analoghi precedenti interventi legislativi in materia. Saranno assunti anche i vincitori di concorso. Ai precari storici inoltre non vincitori di concorso sarà assegnata una riserva del 50% nei bandi di concorso.

Il piano di assunzioni dei precari storici della Pa sarà applicato anche agli assegni di ricerca, che per la prima volta sono stati parificati a tempi determinati e cococo. Il requisito del periodo di tre anni di lavoro negli ultimi otto anni può essere conseguito anche con attività svolta presso diversi enti e istituzioni di ricerca. L'ampio riferimento alle varie tipologie di contratti di lavoro flessibile "può ricomprendere i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e anche i contratti degli assegnisti di ricerca" si legge nella circolare. Inoltre, non si applica il divieto di instaurare nuovi rapporti di lavoro flessibile purché siano rispettati i vincoli finanziari previsti dalla normativa vigente.

La stabilizzazione dei precari, come detta la circolare, riguarderà anche gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, gli Irccs e gli Izs (Istituto Zooprofilattico Sperimentale). Per il personale medico, tecnico-professionale e infermieristico del Servizio sanitario nazionale, dirigenziale e non, al fine di assicurare la continuità nell'erogazione dei servizi sanitari, "è consentito il ricorso alle procedure di assunzione".

In particolare, per il personale tecnico-professionale e infermieristico, il requisito del periodo di tre anni di lavoro negli ultimi otto anni, può essere conseguito anche presso diverse amministrazioni del Servizio sanitario nazionale. Infine la norma è applicabile anche agli Ircss e agli Izs. Anche se continuano anche ad applicarsi le disposizioni previste dalla legge di stabilità del 2015, la cui efficacia è prorogata al 31 dicembre 2018 per l’indizione delle procedure concorsuali straordinarie, al 31 dicembre 2019 per la loro conclusione, e al 31 ottobre 2018 per la stipula di nuovi contratti di lavoro flessibile.

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