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Bankitalia: "La crisi pesa ancora"

24 novembre 2017 | 17.07
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In Italia la vulnerabilità finanziaria delle famiglie e delle imprese "continua a ridursi" e "continuerà a ridursi con il consolidamento della crescita". Ma la crisi pesa ancora. Se nella prima metà del 2017 la ricchezza delle famiglie cresce, seppure poco e soprattutto per la rivalutazione delle attività già esistenti, rispetto al 2007 vale ancora il 12% in meno. E' il quadro che emerge dal Rapporto sulla stabilità finanziaria di Bankitalia che, guardando avanti, evidenzia: nei prossimi mesi, "il principale rischio per la stabilità finanziaria in Italia è costituito da un forte rallentamento dell’economia che indebolirebbe i bilanci delle famiglie, delle imprese e del settore finanziario".

Famiglie. La crisi pesa ancora sulla ricchezza finanziaria delle famiglie italiane: è lievemente aumentata nel primo semestre del 2017 (di quasi l’1 per cento) soprattutto per effetto della rivalutazione delle attività; in termini reali e pro capite rimane più bassa di circa il 12 per cento rispetto a quella del 2007. I nuovi investimenti in attività finanziarie "sono diminuiti e si sono concentrati in strumenti del risparmio gestito"; i "debiti sono stabili su livelli molto contenuti nel confronto internazionale". E, se il rallentamento delle compravendite di abitazioni si è riflesso sulla domanda di mutui, l’indebitamento per scopi di consumo "continua a crescere a tassi elevati".

Banche. Anche nel settore bancario "diminuiscono i rischi". E questo perché "la soluzione della crisi di alcuni intermediari durante l’estate ha dissipato gran parte dei rischi sistemici". Ora, "si riducono i nuovi crediti deteriorati" e "anche le consistenze sono in forte diminuzione".

Imprese. L’aumento della redditività, che si sta estendendo tra i comparti produttivi, accresce la capacità delle imprese di rimborsare i debiti e di finanziare con risorse proprie gli investimenti fissi e il capitale circolante. Il miglioramento della situazione finanziaria delle imprese si traduce in un marcato aumento della capacità di rimborso dei prestiti.

Debito. Un alto livello del debito pubblico "costituisce un fattore di vulnerabilità; resta cruciale la credibilità dell’impegno a ridurlo". Una riduzione del rapporto tra debito pubblico e prodotto, si segnala, "appare conseguibile anche nell’ipotesi di rialzo dei rendimenti, che si rifletterebbe lentamente sul costo medio del debito".

Rischi. Nei prossimi mesi, "il principale rischio per la stabilità finanziaria in Italia è costituito da un forte rallentamento dell’economia che indebolirebbe i bilanci delle famiglie, delle imprese e del settore finanziario". I rischi per la stabilita finanziaria derivanti dall’economia internazionale, comunque, "si stanno riducendo, ma persistono elementi di incertezza sulle politiche economiche nelle diverse aree".

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