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Colf e badanti: arrivano gli accertamenti

30 novembre 2017 | 12.25
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(FOTOGRAMMA)
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In arrivo avvisi di accertamento Inps per mancato pagamento dei contributi per i lavoratori domestici, colf o badanti. Lettere destinate ai datori di lavoro inadempienti per almeno un trimestre tra il quarto trimestre 2012 e il 2013 (leggi il PDF).

"Qualora il datore di lavoro non ritenga dovuti i contributi indicati - si legge sul sito dell'Istituto di previdenza - è possibile effettuare la contestazione del provvedimento tramite contact center al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) oppure 06.164.164 da rete mobile", oppure anche tramite il servizio online o attraverso il modulo prestampato di autocertificazione allegato al provvedimento inviato dall'Inps.

AUTOCERTIFICAZIONE - Il modulo consente infatti di "autocertificare la pregressa comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro così come l'avvenuto pagamento dei bollettini".

RAPPORTO CESSATO - Nel caso in cui il datore di lavoro abbia già comunicato la fine del rapporto di lavoro, "può inviare copia della ricevuta di comunicazione, oltre che tramite i canali sopra indicati, anche via fax al numero verde gratuito 800.803.164" ricorda l'Inps che, in questo modo, potrà chiudere il rapporto di lavoro ed eventualmente annullare l'avviso inviato.

LA SANZIONE - In questi casi, "sarà ritenuta valida l'originaria data di comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro e pertanto non sarà dovuta alcuna sanzione amministrativa".

COS'E' SUCCESSO? - Moltissime famiglie, spiega Teresa Benvenuto, segretario nazionale Assindatcolf, chiedono spiegazioni in merito a tali avvisi di accertamento, inviati magari "anche per rapporti di vecchia data (conclusi nel 2006) e quindi per importi molto elevati. A tutte queste famiglie che, per ovvi motivi, stanno vivendo momenti di grande tensione, vogliamo mandare un messaggio distensivo: si tratta di accertamenti di routine, atti a verificare eventuali vuoti contributivi riscontrati sul sistema, talvolta dovuti a periodi di sospensione dell'attività come avviene per permessi non retribuiti o maternità, o nel caso in cui non fosse stata correttamente registrata la cessazione dello stesso rapporto di lavoro".

NO ALLARMISMI - "Nessun allarmismo - si legge sul sito dell'Associazione - perché per bloccare il procedimento bonario basterà produrre una dichiarazione di responsabilità, anche nel caso in cui non si avesse più a disposizione la vecchia documentazione".

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