Come previsto, nell'Opec+, la riunione dei ministri del Petrolio dei paesi membri dell'Opec e di altri paesi produttori, è stato raggiunto un accordo di massima per prolungare di nove mesi, e quindi fino alla fine del prossimo anno, i tagli alla produzione. L'intesa attualmente in vigore - in scadenza a marzo 2018 - prevedeva una riduzione della produzione per circa 1,8 milioni di barili al giorno. Nella riunione di Vienna ci sarebbe stato un accordo sulla revisione della politica sui target di produzione nel vertice Opec in calendario nel prossimo mese di giugno.
Come ha spiegato il ministro del petrolio iranian Bijan Zanganeh "è stato deciso di prolungare fino alla fine del 2018 la decisione" sui tagli alla produzione. Allo stesso tempo - ha aggiunto - "Nigeria e Libia hanno accettato di non produrre nel 2018 più di quanto fatto nel 2017", ovvero in totale circa 2,8 milioni di barili al giorno.
L'intesa era stata anticipata dalle parole del ministro per l'energia dell'Arabia Saudita, Khalid che alla vigilia dell'incontro aveva parlato di un "perfetto allineamento" fra i membri dell'Opec e la Russia. A maggio, ha ricordato al-Falih, presidente della Conferenza Opec, le scorte di greggio dei paesi membri dell'organizzazione erano di 280 milioni di barili superiori alla media degli ultimi cinque anni, ma grazie al lavoro fatto negli ultimi mesi questo dato a ottobre era sceso a 140 milioni di barili. Tuttavia, nonostante i risultati ottenuti dai tagli ed evidenziati dalla ripresa delle quotazioni del greggio, "è necessario mantenere la rotta", ha detto al-Falih. Il riferimento sembra essere non solo alle differenti posizioni all'interno dell'organizzazione ma anche all'atteggiamento della Russia, che puntava su una fine più ravvicinata del programma di tagli produttivi.
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