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Bitcoin: moda, truffa o affare?

11 dicembre 2017 | 12.28
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(Foto Afp) - Afp
(Foto Afp) - Afp

C'è chi grida alla truffa, vera e propria. Chi parla di miracolo, e chi ancora o ritiene soltanto una moda passeggera. Un fuoco di paglia, insomma. Da giorni il Bitcoin sono sulla bocca di tutti. Soprattutto dopo il debutto al Cboe Global Markets di Chicago, che ha fatto segnare subito un record: il prezzo di apertura di XBT è stato di 15.000 dollari e 890 contratti sono stati scambiati alle 19,15 (CT).

Come ha fatto una moneta creata non da uno stato sovrano ma da una rete di computer, e non controllabile da banche o governi, a veder in soli due anni moltiplicare il suo valore, passando dai 200 euro agli oltre 10mila sfiorando i 19mila? E poi, c'è da fidarsi? Conviene davvero investire su questa criptovaluta?

"In generale una valuta non deve avere una grande volatilità per essere un buono strumento di pagamento – spiega all’AdnKronos Nicola Borri, docente di Finanza alla Luiss – questo è di certo un punto a sfavore. Questo non cambia la sua natura potenzialmente rivoluzionaria, ma non c’è dubbio che sia in caso si usi il Bitcoin come forma di pagamento sia che si pensi a un investimento è rischioso. Il numero delle transazioni che viene effettuato ora con questa valuta è minimo e questo suggerisce che si tratta di uno strumento che andrebbe preso con sano scetticismo”.

Come spiega Luigi Laura, docente di Informatica alla Luiss in un articolo pubblicato su Luiss Open, di solito “la moneta viene stampata da uno stato sovrano, e le transazioni avvengono direttamente, mediante passaggio di contanti, oppure attraverso ‘intermediari fidati’: le banche, ad esempio facendo un bonifico. Nel caso del Bitcoin, a differenza delle valute tradizionali, la creazione delle monete è affidata a un algoritmo”. A garantire la sicurezza e la trasparenza delle operazioni è la blockchain, una tecnologia che sfrutta appunto algoritmi crittografici sofisticati. Tecnologia che sta attirando l’attenzione sia dei grandi operatori della finanza che delle più grandi banche mondiali.

Il Bitcoin non è però l’unica criptovaluta. E' la più diffusa ma non è l’unica diffusa sul mercato come ricorda Franco Cimatti, presidente della Bitcoin Foundation Italia: "Sicuramente ha un network di utenti molto ampio, per ora abbastanza più ampio rispetto alle criptovalute che più gli si avvicinano nella competizione”. “La scommessa di chi punta su Bitcoin – spiega Borri – è quello che diventi monopolista. Ma va ricordato che la tecnologia è tale per cui non è impossibile che nasca un nuovo competitor, anche più tradizionale, più innovativo dal punto di vista tecnologico. Se il competitor è ad esempio una banca centrale, il Bitcoin perderebbe completamente di valore perché non riconosciuta dallo Stato".

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