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Ast Terni, in gioco il futuro: giovedì vertice al Mise

12 dicembre 2017 | 17.50
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(Fotogramma)
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È tutto pronto per il vertice di giovedì 14 dicembre presso il ministero dello Sviluppo economico, per fare il punto sulla situazione della ThyssenKrupp Ast di Terni e sui nodi fondamentali del futuro industriale del sito. Al tavolo ministeriale, convocato per le 10, parteciperà la regione Umbria, rappresentata dal vice presidente e assessore allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli; il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo; l’amministratore delegato di Ast e presidente di ThyssenKrupp Italia, Massimiliano Burelli; le segreterie nazionali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Ugl Met, Fismic e Federmanager. Anche se non formalmente convocato, l’auspicio dei partecipanti al tavolo è di poter avere la presenza del Responsabile dell’area ThyssenKrupp Material Services (il ramo della multinazionale che comprende l’Ast di Terni), Joachim Limberg.

Intanto, nel pomeriggio di domani, la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, ha convocato un incontro preparatorio con le parti sociali. Da Palazzo Donini si attendono risposte “chiare e ufficiali sulle prospettive industriali di Thyssen”, spiegano fonti vicine alla presidenza. Tra gli argomenti in discussione anche la questione della vendita del sito, in merito alla quale la regione si aspetta che “vengano poste le basi per futuri accordi e trattative che garantiscano la continuità produttiva del sito e la tenuta occupazionale”.

Dello stesso tenore anche le posizioni del primo cittadino di Terni. “Considerato che la vendita di Ast è ormai decisa, ci aspettiamo informazioni chiare e ufficiali su come ThyssenKrupp intenda avviare le procedure e sui criteri di aggiudicazione che saranno messi in campo per garantire lavoro e sviluppo industriale”, dice il sindaco Leopoldo Di Girolamo, che aggiunge: “In tal senso chiediamo, e non da ora, che il sito di Ast venga inserito in un gruppo di rilevanza mondiale, in modo da ampliare, se è possibile, la visione strategica industriale. Il gruppo coreano Posco ci sembra una buona possibilità per varie ragioni: ha rapporti storici con Ast, hanno una presenza importante in Europa e hanno l’esigenza di avere, nel Vecchio Continente, la parte fusoria dei blocchi di acciaio”.

Anche i sindacati attendono risposte e chiarimenti dall’azienda sul futuro del sito ternano. “Per le parti sociali il vertice al Mise è in primis una importante verifica degli accordi del 3 dicembre 2014 -dichiara Simone Liti, neo eletto segretario regionale Fim Cisl- la questione della vendita di Ast non è nuova ma deve essere affrontata in modo adeguato. L’Amministratore delegato Burelli dovrà fare maggiore chiarezza sui dati di bilancio e sulla reale appetibilità del sito per possibili acquirenti di levatura mondiale”.

Dello stesso avviso Nicola Pasini, segretario regionale Uilm Uil che osserva: “Il vertice deve fare chiarezza sugli orientamenti dell’azienda a breve e medio periodo, sia sotto il profilo occupazionale sia sotto quello economico. Se la vendita è ormai un dato acquisito, le parti sociali non sono pregiudizialmente contro. Piuttosto, il problema è a chi si vende, perché il rischio che sia un Fondo di investimento è da evitare assolutamente. L’ipotesi della coreana Posco è condivisibile -conclude Pasini- ma crediamo che sia appunto solo un’ipotesi e anche un auspicio. Non c’è nessuna informazione o anticipazione in proposito”.

Andare al più presto verso un confronto diretto con la proprietà è invece l’obiettivo della Fiom che giudica l’incontro di giovedì solo interlocutorio. “Sul tavolo ci sono questioni importanti che devono necessariamente essere discusse e approfondite con la casa madre” osserva Claudio Cipolla, segretario provinciale Fiom Cgil, che spiega: “Prima fra tutte la vendita, sulla quale Fiom ha posto da tempo paletti ben precisi: l’acquisizione da parte di un gruppo industriale solido e con una ampia e forte rete commerciale; un gruppo che intenda investire in Ast e farla marciare a un ritmo più sostenuto".

Il momento, prosegue, "è abbastanza propizio, siamo in una fase ascendente nel mercanto dell’acciaio e va cavalcata nel modo migliore. Alcuni dati fanno riflettere sulla buona propensione attuale del mercato: l’Italia, secondo consumatore di acciaio in Europa dopo la Germania, consuma 1 milione e 60mila tonnellate di acciaio all’anno; Ast vende solo 300mila tonnellate. Dunque, il margine per produrre e colmare il gap c’è ed è anche ampio. Ebbene, il gruppo che acquisterà Ast -conclude Cipolla- metterà in cassaforte un vero gioiello industriale e un sito strategico per il mercato europeo e mondiale”.

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