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Alcoa, c'è la svolta

14 dicembre 2017 | 14.06
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Entro il 15 febbraio lo stabilimento Alcoa di Portovesme sarà ceduto a Syder Alloys. La decisione, al termine dell’incontro al Mise tra sindacati e azienda alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sembrerebbe mettere la parola fine a una vertenza che si protrae dal 2012. Al tavolo oltre Fim Fiom e Uilm anche i vertici del gruppo svizzero e il viceministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova.

“Far ripartire Portovesme sarà una missione durissima e in pochi ci hanno creduto” ha commentato l’ad di Sider Alloys, Giuseppe Mannina.

"I festeggiamenti li rimandiamo a quando uscirà dalla fabbrica il primo prodotto - ha scritto Calenda su Twitter - In questi casi meglio essere prudenti e scaramantici. Però vengo il 22 a trovarvi al presidio. La pizza la porto io".

La trattativa al Mise tra Sider Alloys e Fim, Fiom, Uilm sul piano industriale e occupazionale inizierà l’11 gennaio. Entro gennaio infatti dovrebbe essersi conclusa la prima fase dell’intesa con la firma dell’accordo di programma che formalizzerà il passaggio della proprietà dagli americani dell'Alcoa a Invitalia. In vista dunque della seconda fase, quella della cessione da Invitalia a Sider Alloys, inizierà la partita sindacale senza la quale il passaggio agli svizzeri non sarà possibile.

SINDACATI - “Finalmente una buona notizia che vale il doppio sul fronte dell’industria italiana - ha dichiarato il leader Fim, Marco Bentivogli - visto che parliamo dell’Ex-Alcoa di Portovesme, fermo ormai dal 2012, da quando cioè l’azienda formalizzò la volontà di chiudere il sito sardo. Un sito industriale che si trova in una delle aree più povere dell’Italia e con tassi di disoccupazione tra i più alti del Paese”.

“La scelta del gruppo svizzero di Sider Alloys di rilevare lo stabilimento Alcoa di Portovesme in Sardegna ci trova consenzienti - ha affermato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - perché ciò significa il ritorno alla produzione di alluminio per una realtà siderurgica che per anni ha vissuto in un clima di incertezza e difficoltà”.

Ci va con i piedi di piombo, Maurizio Landini, segretario confederale Cgil. “Per ora ci sono stati solo accordi confidenziali. Bisogna ancora capire tutto e per noi la partita inizierà a gennaio. Oggi è ancora una cosa al buio” ha detto Landini. Per il sindacato infatti la strada è ancora lunga, bisogna passare prima dall’Accordo di sviluppo, poi dall’accordo di programma e infine per quella trattativa sindacale che prenderà il via l’11 gennaio che servirà a dare il verde al piano industriale del gruppo svizzero.

“Di sicuro dopo 6 anni di stallo trovare qualcuno che dice siamo pronti a far ripartire lo stabilimento non è una brutta notizia ma prima di esultare è meglio aspettare. C’è sempre un primo e secondo tempo nelle partite e a volte ci sono anche i supplementari”, ha concluso Landini.

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