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Finale thriller in Commissione Banche

18 dicembre 2017 | 08.48
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Banche venete, Mps e, soprattutto, Banca Etruria. E' la settimana clou per la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, presieduta da Pier Ferdinando Casini, al rush finale in vista dell'imminente fine della legislatura. Si comincia oggi con il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ma l'attesa più grande è per le audizioni del governatore della Banca di Italia Ignazio Visco, in calendario domani, e dell'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni, in programma il giorno dopo, mercoledì.

Dopo la bomba lanciata dal capo della Consob Giuseppe Vegas, che pur smentendo “pressioni” ha confermato l’esistenza di “uno, forse due” incontri con l’allora ministro Boschi sul caso Etruria, i riflettori sono tutti puntati su quello che potrà dire Visco.

Il Governatore, confermato a Palazzo Koch nonostante la mozione ostile del Pd e la chiara sfiducia espressa più volte da Matteo Renzi, ha sempre sostenuto che l'operato della Vigilanza andasse giudicato proprio dal lavoro della Commissione di inchiesta. E sarà quindi in questa sede che utilizzerà tutti gli argomenti a sua disposizione per sostenere la correttezza dell'operato della sua struttura. Anche in questo caso, potrebbero emergere contatti 'sensibili' con la politica oltre ai limiti, già denunciati in passato, di un sistema che di fatto comprometterebbe l'efficacia degli interventi della Vigilanza.

Visco dovrà comunque rispondere ai dubbi e alle accuse che sono finora emerse dalle altre audizioni in commissione. Nel caso di Bankitalia, sono quasi tutte firmate Pd: per i dem, impegnati a dimostrare che non c'è stato conflitto di interessi nelle azioni della Boschi, sono gli organi di vigilanza ad aver sbagliato. Hanno sottovalutato la situazione degli istituti di credito tra operazioni baciate, crediti senza controllo, favori ad amici e parenti e truffe ai risparmiatori. Le Autorità non hanno comunicato tra loro, accusano, come è anche emerso dalle parole di Vegas, che ha raccontato di aver appreso di una lettera di Bankitalia a Etruria 4 anni dopo, perché l’istituto aretino la nascose per falsare i prospetti informativi.

Altre contestazioni sostanziali sono arrivate dagli ex vertici delle banche venete. In questo caso, la responsabilità di Bankitalia sarebbe soprattutto quella di aver spinto per aggregazioni, con Etruria e Veneto Banca, guidate da Bpvi. Una linea dura cavalcata da Gianni Zonin, ex presidente di Bpvi che in audizione ha tra l'altro detto che Visco chiese ai vertici lavorare per l'aggregazione. Pensiero confermato da Vincenzo Consoli, ex ad di Veneto Banca, che ha raccontato di un incontro durante il quale venne fuori la questione della fusione, a casa Boschi. E dove partecipò anche Maria Elena in qualità di ascoltatrice: 15 minuti e poi via, senza dire parola. Contro la Vigilanza anche D’Aguì, ex dirigente di Bim, che su Bankitalia non ha dubbi: ispezioni killer e piene di errori hanno ucciso un’eccellenza quale era la Banca Intermobiliare.

Altre audizioni chiave saranno quelle di Ghizzoni e Padoan. Al primo, trascinato per la giacca nella polemica su Etruria, spetterà rispondere a una domanda chiave: Maria Elena Boschi, come racconta De Bortoli nel suo libro ‘Poteri Forti’, ha veramente chiesto un aiuto a Unicredit per salvare la banca dove il padre era vicepresidente?

Il ministro, invece, avrà questa mattina sul tavolo la documentazione per rispondere a un altro caso spinoso: i derivati che il Tesoro ha acquistato da Morgan Stanley e che sono stati definiti dalla Procura della Corte dei Conti come un “debito infinito”, con un contratto firmato “senza consapevolezza dei rischi e dalle conseguenze sconcertanti”.

Insomma, un bel peso anche per Padoan che poi, senza dubbio, sarà chiamato a riportare sul caso Boschi-Etruria. Lo ha già fatto, nei giorni scorsi, rivendicando il lavoro e i risultati ottenuti nel settore bancario. Dal 2014, ha ricordato, "abbiamo cambiato le regole del gioco dopo anni di immobilismo che avevano favorito opacità su banche; affrontato 8 crisi nate da recessione e in alcuni casi da presumibile mala gestio; protetto risparmiatori e contribuenti". Tutto, ha assicurato citando la Boschi, "senza interferenze”. E non mancheranno, nell'intervento di Padoan in Commissione, passaggi significativi anche sulla gestione del Monte dei Paschi di Siena, tornato sotto il controllo del Tesoro dopo il fallimento del progetto di ricapitalizzazione privata.

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