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Grafene, in arrivo protesi ossee e tessuti antifiamma

24 gennaio 2018 | 18.19
LETTURA: 4 minuti

Grafene, in arrivo protesi ossee e tessuti antifiamma

Nuove frontiere sul grafene, il materiale del futuro resistente come il diamante e flessibile come la plastica. La società comasca Directa Plus ha annunciato di aver ottenuto dall'Usa Patent Office statunitense il brevetto per un nuovo prodotto a base di grafene dalle proprietà antifiamma che promette un alto potenziale di innovazione nel settore del tessile, mentre il Cnr ha annunciato di aver sviluppato foglietti di grafene come stampi per costruire nuove protesi ossee personalizzate, sfruttando anche la naturale proprietà antibatterica di questo super materiale.

Directa plus, che conta già sedicesi brevetti per il suo Grafene Plus, spiega che "usato come additivo, il grafene conferisce infatti al prodotto finale la proprietà antifiamma che di solito si ottiene con additivi o trattamenti che possono essere tossici". E la portata innovativa sta proprio qui. La società garantisce, attraverso nove diverse certificazioni, "la non-tossicità e non cito-tossicità del proprio grafene, oltre che la tollerabilità dermatologica e l’ipoallergenicità dei tessuti" trattati con il proprio grafene. "Abbiamo sviluppato fin dall’inizio -segnala Giulio Cesareo, fondatore e Ceo di Directa Plus- un processo produttivo chemical-free e siamo gli unici produttori ad aver fatto certificare la sicurezza del nostro grafene, e per garantirla anche agli utilizzatori abbiamo conseguito anche le certificazioni di dermatologicamente testato e ipoallergenico per i tessuti con grafene".

L'obiettivo indicato da Cesareo è ora "quello di attivare convergenze tecnologiche con il mondo del tessile per abilitare opportunità che fino ad ora non erano state possibili". Una svolta nel settore della salute potrebbe invece arrivare dai 'fogli nanotecnologici' sviluppati da Cnr e Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. l'obiettivo è costruire un nuovo tessuto osseo che un giorno potrà essere usato su pazienti per la ricostruzione personalizzata di parti lesionate del loro scheletro.

In questo caso i fogli di grafene funzionano come stampi in 3D su cui prende forma il nuovo osso. La figura sullo stampo è incisa da un raggio laser e si può personalizzare a seconda della forma che si vuole ottenere. Il risultato si deve al team di Massimiliano Papi dell'Istituto di fisica dell'Università Cattolica insieme al direttore dell'Isc-Cnr Claudio Conti, ed è stato reso noto su "2D Materials", rivista scientifica internazionale peer-reviewed che si occupa di nuove applicazioni dei materiali bidimensionali come il grafene.

L'uso di questi fogli di grafene in campo clinico potrebbe avere vantaggi anche delle naturali proprietà antibiotiche dell'ossido di grafene. "Il potere antibiotico rappresenta, quindi, un ulteriore vantaggio di questo tipo di materiale" spiega Papi. Oltre infatti a controllare "i processi osteogenici, il grafene possiede anche una naturale attività antibatterica. Un aspetto, evidenzia il fisico, "particolarmente interessante perché uno dei problemi principali quando si inserisce in un organismo un materiale sintetico è l’insorgenza di infezioni post operatorie". La scoperta è stata citata in un articolo su Nanotechweb.org dell'Istituto di fisica del Regno Unito.

Il percorso dei ricercatori parte dalle "cellule mesenchimali stromali, le cellule staminali isolate da tessuti di un individuo adulto, in grado di riparare ossa e cartilagine, ma anche tessuto adiposo, muscoli e vasi" spiega Wanda Lattanzi, ricercatore dell’Istituto di anatomia umana e biologia cellulare dell’Università Cattolica, che ha collaborato allo studio. Gli esperti dell’Università Cattolica si sono resi conto che a seconda della 'figura' dello stampo impressa sul foglio di grafene con il raggio laser, queste cellule staminali si depositano sul foglio formando nuovo osso in modo ordinato.

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