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Criptovalute, Ripple batte tutti

25 gennaio 2018 | 15.34
LETTURA: 3 minuti

Criptovalute, Ripple batte tutti

In collaborazione con MovingUp

La moneta virtuale che nel 2017 ha guadagnato più di tutte non è il Bitcoin, come si potrebbe pensare, ma Ripple in virtù di un rendimento stellare con un +36.018% in accordo con la classifica sulle Criptovalute24che è stata stilata da CoinMarketcap.

Monete virtuali, Bitcoin solo ottavo nel 2017 per rendimento

Per rendimento dopo Ripple ci sono nell'ordine le criptovalute Nem, Stellar, Dash, Ethereum, Litecoin e Cardano al settimo posto. Solo ottava piazza per il Bitcoin che ha chiuso con un rialzo annuale pari a 'solo' il 1.318%. Il Bitcoin Cash, nato da una hard fork del Bitcoin, si attesta al nono posto con un +513% nell'anno, mentre Iota chiude la top ten con un +501%.

Quindi, sebbene il Bitcoin rimanga ad oggi la moneta virtuale più capitalizzata, sono state altre le criptovalute che nell'anno appena trascorso si sono apprezzate di più. Il bilancio, tra l'altro, per il Bitcoin sarebbe stato in ogni caso migliore se la criptovaluta, nello scorso mese di dicembre del 2017, anziché crollare fin sotto quota 12 mila contro il dollaro, fosse rimasta in prossimità dei massimi storici tra i 19 mila ed i 20 mila nei confronti del biglietto verde.

Criptovalute 2018, cosa succederà dopo un anno d'oro?

Tutti i rendimenti sopra indicati, su base annua, sono nel complesso stellari se rapportati, ad esempio, ai guadagni che di norma si possono ottenere dai mercati azionari che già di per se sono rischiosi. A questo punto, dopo un anno d'oro, ci si chiede come sarà il 2018 per le monete virtuali digitalizzate, ed in particolare se dopo il Bitcoin ci sarà l'exploit di qualche altra criptovaluta che magari al momento è meno nota e meno scambiata sugli exchange.

In ogni caso, essendo le criptovalute degli asset intangibili, con il loro prezzo che non è collegato o correlato a qualche altro bene fisico o attività finanziaria, formulare delle previsioni attendibili non è per nulla semplice. Quel che è certo è che l'attuale assenza di regolamentazione e di controllo sulle criptovalute contribuisce a far oscillare i prezzi delle monete virtuali, giorno dopo giorno, spesso in maniera paurosa.

Non a caso i detrattori delle criptovalute ritengono che il Bitcoin, Ripple, Ethereum e le altre monete virtuali rappresentino un tentativo di aggirare il monopolio ed il controllo di valute reali come il dollaro e l'euro da parte delle banche centrali, e che questo tentativo a regime sia destinato inesorabilmente a fallire. E questo anche perché le criptovalute in realtà non sono delle monete in quanto non svolgono la funzione principale, ovverosia quella di essere delle unità di conto.

Sul versante opposto invece, specie da parte di chi fa trading sul Bitcoin e sulle altre monete virtuali, nello stesso tempo sono in tanti a credere che le criptovalute rappresentino il denaro del futuro specie se si considera che la tecnologia alla base, quella che è nota come blockchain, potrebbe rivoluzionare nel giro di qualche anno non solo il mondo della finanza e dei sistemi di pagamento, ma anche la comunicazione, l'informazione ed in generale l'industria ed i servizi.

Non a caso la blockchain viene sempre più associata all'industria 4.0 ed alle potenziali applicazioni per il business, dalla pubblica amministrazione al settore dei trasporti, e passando per i servizi di pubblica utilità e per l'IoT, acronimo dell'inglese di Internet of things. Tutto ciò è potenzialmente possibile in virtù del fatto che gli algoritmi alla base della blockchain permettono l'abilitazione e la stipula dei cosiddetti 'smart contracts', ovverosia di formare accordi per i quali si ha tra le controparti la certezza e la sicurezza in merito alla loro negoziazione ed alla loro esecuzione che può riguardare anche altri scopi rispetto alla classica transazione in criptovaluta.

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