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Fabiola Gianotti: "Il Cern mi ha arricchita"

11 febbraio 2018 | 16.14
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Fabiola Gianotti, (FOTOGRAMMA)
Fabiola Gianotti, (FOTOGRAMMA)

L'ha definita "un'esperienza bellissima" e soprattutto "un grande onore essere direttore del Cern" di Ginevra, ma Fabiola Gianotti, prima donna a essere stata scelta nel 2014 alla guida del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, intervistata dall'AdnKronos, ha sottolineato come guidare il Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare a Ginevra sia anche "un'esperienza molto arricchente".

"Il mio lavoro spazia dagli aspetti scientifici a quelli di budget e agli impegni internazionali: è senz'altro un grandissimo onore, un grandissimo privilegio essere alla guida di questo laboratorio veramente speciale" ha spiegato la scienziata inserita da Forbes tra le 100 donne più potenti al mondo.

Una delle poche donne a capo di una ciclopica infrastruttura di ricerca con 21 Paesi membri e migliaia di scienziati impegnati, Gianotti segna di fatto un punto a favore della ricerca scientifica al femminile, celebrata oggi dalle Nazioni Unite con la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza.

ROMA - Proprio nei giorni scorsi, in una lunga giornata a Roma, Fabiola Gianotti ha ribadito che "la scienza ha una funzione di colla in questo mondo fratturato" in cui rimangono vivi divari fra persone e persone, fra donne e uomini. Del resto il peso sia delle donne che della scienza, binomio che in Gianotti si coniuga con evidenza, l'ha sancito quest'anno anche il World Economic Forum di gennaio scorso, quando a Davos ha lanciato la prima super presidenza tutta al femminile, facendo sedere la scienziata Gianotti al tavolo accanto ad altre 7 'grandi' donne del mondo, tra cui il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde.

DAVOS - "E' stato un World Economic Forum molto bello anche per la scienza perché per la prima volta uno dei co-presidenti, in questo caso ero io, era un fisico, uno scienziato" e questa scelta ha rappresentato "un segnale molto importante perché ha riconosciuto il peso della scienza per lo sviluppo della società e dell'umanità" ha rimarcato Fabiola Gianotti che giovedì scorso nella Capitale, una 'road map' all'Accademia dei Lincei, alla Farnesina e al MAXXI, ha parlato dei progressi della scienza e delle ricadute per lo sviluppo economico.

CERN - Solo al Cern, infatti, oltre 180 industrie italiane hanno acquisito commesse nel 2013-2016 per circa 138 milioni di euro, confermando che "la scienza -ha stigmatizzato Gianotti- crea sviluppo economico perchè la ricerca fondamentale, in particolare quella che facciamo al Cern, ma non solo, richiede degli strumenti di avanguardia, quindi sviluppo di nuove tecnologie che sono costruite da industrie e poi trasferite al sistema industriale".

ATLAS - Ma la scienza crea sviluppo anche perché "centri di ricerca come il Cern formano giovani che poi, nella maggior parte dei casi, vanno a lavorare nell'industria" ha osservato ancora la scienziata che ha guidato il team Atlas del Cern che, il 4 luglio del 2012, annunciò al mondo la scoperta di un nuovo bosone compatibile con il bosone di Higgs, una scoperta che ha portato nel 2013 al conferimento del Premio Nobel per la fisica a Peter Higgs e François Englert.

PARTICELLE - Con lo sguardo rivolto all'Italia, e mentre è aperto il dibattito su un percorso nazionale ancora troppo lento sul fronte dell'innovazione, la scienziata italiana però non ha avuto dubbi: "Nel nostro campo, nel campo della fisica delle particelle l'Italia è un Paese che eccelle". L'Italia infatti "è uno dei più importanti partner del Cern ed è un Paese in cui gli scienziati sono ad altissimo livello" in questo in campo.

GIOVANI - "Non per nulla - ha osservato ancora - molti scienziati italiani ricoprono ruoli di responsabilità nel nostro campo non soltanto al Cern ma in altri grandissimi laboratori del mondo". Quindi "senz'altro l'Italia si pone molto bene ma - ha esortato Fabiola Gianotti - bisogna continuare. Continuare aiutando i giovani ad avere dei posti, aiutando i giovani ricercatori a rimanere nel nostro Paese".

FUTURO - E, guardando alle incognite sul prossimo futuro politico del Paese, ha auspicato che "l'Italia, come tanti altri Paesi, sempre di più dia alla scienza un ruolo di primo piano". E' necessario dare più peso alla scienza, ha spiegato infine il Direttore Generale del Cern, "non soltanto per l'impatto che può avere per lo sviluppo ed il progresso dell'umanità - la scienza abbatte i limiti della conoscenza e senza conoscenza non c'è progresso - ma anche perché la scienza è un elemento rappacificante, attira i popoli a lavorare insieme".

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