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Assegni, sanzioni sotto la lente

13 marzo 2018 | 11.03
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Foto di repertorio (Fotogramma)
Foto di repertorio (Fotogramma)

Il Ministero dell'Economia sta valutando la possibilità di modificare il regime sanzionatorio previsto in caso di assegni privi della clausola di non trasferibilità recuperando così la proporzionalità tra l'importo trasferito e la sanzione. E' quanto annuncia lo stesso Mef ricordando che, sebbene la norma antiriciclaggio sia di 10 anni fa, le sanzioni sono state inasprite nel 2017, portando l'ammenda da 3.000 a 50.000 euro per importi trasferiti da un minimo di 1.000 a un massimo di 250.000 euro. In alcuni casi però, rileva il Ministero, le multe hanno anche colpito cittadini che in buona fede hanno utilizzato assegni senza clausola di non trasferibilità. Da qui la decisione di accogliere un parere parlamentare in materia e valutare l'ipotesi di una modifica dell'attuale regime sanzionatorio.

ECCEZIONI - Nel ricordare che dal 2008 le banche non stampano più carnet di assegni senza la clausola di non trasferibilità, il Mef spiega che se qualcuno dovesse trovarsi nel cassetto un vecchio blocchetto può ancora utilizzarlo per trasferimenti di denaro di importo pari o superiore a 1.000 euro a patto che scriva di suo pugno 'non trasferibile'. Se, invece, l'importo è inferiore a 1.000 euro l'assegno può essere fatto circolare anche senza clausola.

ASSEGNI CONTESTATI - Dall'indagine condotta dal Mef per analizzare la consistenza del fenomeno, inoltre, è emerso che nessuna sanzione è mai stata ancora comminata ai sensi della nuova normativa e che, tra i 1.692 assegni contestati finora, solo in 107 hanno deciso di pagare l'oblazione, che consente di concludere anticipatamente il procedimento sanzionatorio.

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