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"Le imprese non ce la fanno più", lenzuola bianche listate a lutto

16 marzo 2018 | 17.43
LETTURA: 4 minuti

Dal profilo Facebook di Drappo Bianco
Dal profilo Facebook di Drappo Bianco

Nasce la giornata del Drappo Bianco. Lenzuola bianche listate a lutto in tutta Italia esposte da imprenditori e artigiani per denunciare la difficoltà di fare impresa. Il giorno esatto dell'iniziativa dovrebbe essere reso noto domani dal fondatore e portavoce del movimento Drappo Bianco, l'imprenditore Giuseppe Caggiano, nel corso di un incontro con il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, a Carugo, in provincia di Como.

''Sarà un modo per far sapere a tutto il Paese - dice Caggiano all'Adnkronos - quanti sono gli imprenditori che non ne possono più di svolgere la loro attività tra mille difficoltà. Tra burocrazia, morsa delle tasse e obblighi che in altri Paesi europei non esistono. Un invito per dire basta anche a chi dice che gli imprenditori fanno nero e girano in Bmw, quando invece investono e creano ricchezza per il territorio''.

Il movimento, nato nel 2013 a Carugo, in provincia di Como, si sta allargando a macchia d'olio in tutta Italia ed è pronto a fare il salto dimensionale bypassando le associazioni di categoria classiche come Confindustria e Confcommercio. ''Una mattina - ricorda - mi sono alzato e ho attaccato un lenzuolo bianco con la striscia a lutto per denunciare un sistema corrotto e assurdo dove fare impresa diventa impossibile. Altre persone mi hanno imitato, è nato questo movimento culturale che è cresciuto così tanto che ora ci daremo una struttura più definita, perché sempre più imprenditori ci stanno appoggiando, dal Nord al Sud".

L'obiettivo è preciso: denunciare certo, ma fare anche proposte concrete direttamente alle forze che governano. ''Stiamo diventando la vera voce degli imprenditori, di quegli imprenditori che non si sentono più rappresentati. D'altronde, intermediari come Confindustria e Confcommercio o Confartigianato non funzionano più, se ne stanno solo in poltrona e fanno uscite di rappresentanza, siamo stanchi di questo tipo di deleghe, vogliamo dialogare direttamente con la politica per non morire strozzati da Stato e banche''.

Non esiste destra, centro o sinistra. ''Qui - spiega - si tratta di far capire che la tassazione è talmente elevata che le imprese non ce la fanno più a investire sul territorio e nel capitale umano. Le forze politiche devono comprendere che non ha senso e non c'è logica nel distruggere lo strato produttivo del Paese e che proposte di buon senso per invertire questa tendenza possiamo offrirle noi stessi, senza che siano studiate a tavolino da politici e trasformate in legge ignorandoci''.

Il movimento per esempio si muove anche a livello sociale e ha lanciato la Banca delle Capacità. ''Persone che hanno competenze -spiega - e che le mettono a disposizione: avvocati, architetti e chiunque può dare una mano, senza per forza chiedere denaro''. Da domani dunque, via agli incontri con quei politici che vogliono dialogare. Si parte da Di Maio. ''Lui - dice Caggiano - era già venuto in campagna elettorale. Ma siamo aperti a tutte quelle forze che vogliono non solo ascoltarci, ma farci partecipare alla scrittura di quelle norme che riguardano il mondo delle imprese. Perché se le aziende non funzionano non funziona neanche il Paese''.

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