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Consulta boccia ricorso Popolari

21 marzo 2018 | 19.49
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La Corte costituzionale ha deciso oggi le questioni di costituzionalità sollevate dal Consiglio di Stato su una disposizione della riforma delle banche popolari, introdotta con il decreto legge n. 3 del 2015, che comporta limitazioni al rimborso in caso di recesso del socio a seguito della trasformazione della banca in società per azioni. Le questioni sono state ritenute infondate. E' quanto rende noto un comunicato della Corte costituzionale.

La Corte ha innanzitutto confermato che sussistevano i presupposti di necessità e urgenza per il decreto legge. Inoltre, la normativa impugnata - che in attuazione di quella europea sui requisiti prudenziali prevede la possibilità per le banche di introdurre limitazioni al rimborso in caso di recesso del socio - non lede il diritto di proprietà. Quanto ai poteri normativi affidati alla Banca d'Italia, essi rientrano nei limiti di quanto consentito dalla Costituzione.

In attesa che sia disponibile la sentenza della Corte Costituzionale sul ricorso contro la riforma delle Popolari, che ha definito "infondate" le questioni di costituzionalità sollevate dal Consiglio di Stato, l'avvocato che ha seguito il gruppo di soci della Popolare di Sondrio non vuole gettare la spugna. "Siamo pronti ad andare alla Corte di Strasburgo" dice all'Adnkronos il legale Francesco Saverio Marini. "Se nella sentenza leggeremo che il rimborso si può escludere integralmente in caso di recesso del socio per la trasformazione in spa, ricorreremo, sperando in un giudice più lontano dal sistema istituzionale e bancario italiano", aggiunge. Con questa sentenza, spiega, si dice che "il sistema bancario e la sua stabilità prevalgono sui diritti dei risparmiatori e, in generale, del singolo. Mi auguro che la Corte non arrivi a tanto". Il dispositivo della sentenza dovrebbe arrivare entro trenta giorni.

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