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Terna: "Non vediamo rischi per il piano al 2022"

22 marzo 2018 | 18.11
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Terna:

L'ad di Terna, Luigi Ferraris, non vede "rischi autorizzativi" per il piano al 2022. Dei 5,3 miliardi di investimenti, "circa 4 miliardi sono già autorizzati; cioè, possiamo già agire e diventeranno disponibili in un periodo di tempo di dodici mesi, quindi non penso che ci sia un grosso rischio legato alle autorizzazioni", spiega il manager durante la presentazione agli analisti. 

In aggiunta, "tutti i progetti di sviluppo fanno parte di un piano decennale precedente che è già stato approvato nel 2015". Dunque, "il fronte autorizzazioni è sotto controllo e a oggi non vediamo questo come un rischio significativo, ma gestibile", ribadisce. "Ovviamente bisogna monitorare ogni giorno, ma non vedo rischi".

A chi gli chiedeva se ci fosse spazio per fare di più sul fronte capex, "il piano è sfidante", sottolinea Ferraris. "Ho trovato una squadra molto motivata e capace e ritengo che il piano sia gestibile. Non penso che potremmo fare più di questo, quello che possiamo fare è ragionevole oggi: concentriamoci sui prossimi cinque anni e poi vedremo".

Per quanto riguarda le difficoltà di esecuzione delle opere a livello locale, legate alla cosiddetta sindrome Nimby, "dovremo impegnarci - spiega l'ad - in un approccio di continuo dialogo con le comunità locali, che è il miglior modo per limitare questa sindrome: spiegarsi, parlare, spiegare i progetti da zero. Faremo il possibile per andare incontro alle istanze delle economie locali. E' doveroso da parte nostra". Ferraris riconosce che "non è facile realizzare opere, ma nel 2017 abbiamo realizzato un miliardo di euro di investimenti e abbiamo un piano di rifacimenti delle nuove linee che sarà interrato o a basso impatto ambientale". Tuttavia, "la nostra è una vocazione industriale, se non facciamo noi le opere infrastrutturali è difficile immaginare che le faccia qualcun altro al nostro posto".

Per quanto riguarda le interconnessioni in corso di realizzazione, quelle con il Montenegro e con la Francia saranno completate entro la fine del prossimo anno. Per quanto riguarda il Montenegro, "il cavo sottomarino è stato completamente steso, si stanno finalizzando le due stazioni da lato Montenegro e lato Italia. E' un'opera da 600 megawatt nell'immediato". Per la Sardegna, "prevediamo di finalizzarlo oltre la finestra di piano, intorno al 2024".

Le interconnessioni sono fondamentali nel futuro di Terna e soprattutto nell'ottica del sistema Paese. "Non possiamo ignorare quello che sta accadendo oltre la frontiera, il piano è una risposta a ciò che sta accadendo in Europa, per aumentare la nostra capacità e ottimizzare il costo dell'energia".

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