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Flat tax Lega, ecco chi ci guadagnerà

12 maggio 2018 | 15.29
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La flat tax della Lega nord fa sognare milioni di italiani, che sperano di rientrare tra i contribuenti che pagheranno meno tasse. Purtroppo molti di loro non potranno veder realizzato questo sogno, visto che la riforma dell'Irpef porterebbe vantaggi solo al 40,1% della platea, lasciando fuori il restante 59,9%, pari a 24,4 milioni di persone circa. A essere esclusi dai benefici coloro che dichiarano un reddito fino a 20.000 euro. E' quanto emerge da uno studio di Lef, Associazione per la legalità e l'equità fiscale, che ha esaminato gli effetti della riforma proposta dal partito di Matteo Salvini. Il minor gettito previsto è pari a 40,8 miliardi a cui vanno aggiunte le imposte delle addizionali regionali e comunali pari a 16,5 miliardi per un minor gettito complessivo di 57,3 miliardi.

Su un totale di circa 41 milioni di contribuenti, che presentano la dichiarazione Irpef, a beneficiare degli sconti, dunque, sarebbero circa 16,4 milioni di contribuenti che dichiarano oltre 20.000 euro con un risparmio che cresce al crescere del reddito fino a superare i 40.000 euro per chi dichiara 200.000 euro.

I primi vantaggi economici derivanti della flat tax della Lega li avrebbero i redditi sopra i 20.000 euro, ma è solo per i 4,9 milioni di redditi che superano i 35.000 euro che sarà possibile ottenere sconti significativi. Le simulazioni di Lef mostrano che per chi dichiara un reddito di 30.000 euro lo sconto fiscale sarà di 1.662 euro l'anno, per un reddito di 40.000 euro ci sarebbero in media 3.457 euro di sconto l'anno; si sale a 6.062 euro di minori imposte a quota 50.000 euro, e si superano le due cifre per i fortunati che possono contare su un reddito di 75.000 euro (-11.591 euro). I contribuenti che dichiarano 100.000 euro pagherebbero in media 17.436 euro in meno; lo 'sconto' fiscale salirebbe a 28.731 euro per i redditi di 150.000 euro e arriverebbe fino a 40.988 euro per i redditi di 200.000 euro.

Secondo l'analisi, spiega all'Adnkronos il responsabile del centro studi di Lef, Lelio Violetti, "i redditi dai 20.000 euro in giù ci potrebbero addirittura rimettere con l'introduzione di un'aliquota unica al 15%, se non fosse per la clausola di salvaguardia, prevista dalla proposta, che consentirebbe di mantenere la tassazione attuale, provando però l'indigenza familiare attraverso l'indice Isee". Le elaborazioni di Lef mostrano che per un reddito di 7.500 euro l'aggravio fiscale medio sarebbe di 492 euro l'anno; andrebbe peggio a chi dichiara 10.000 euro, che dovrebbe pagare 769 euro di tasse in più. A rimetterci sarebbero anche i redditi di 15.000 euro, che si troverebbero a pagare 491 euro in più rispetto a oggi. Tutti aggravi azzerabili con la clausola di salvaguardia.

Per i redditi bassi, inoltre, non ci sarà nemmeno la semplificazione annunciata dalla Lega in quanto, per non pagare di più, sarà necessario attivare le procedure per beneficiare della clausola di salvaguardia. E ciò vuol dire più procedure burocratiche e conservazione di tutta la documentazione delle deduzioni/detrazioni spettanti per le spese sostenute, come avviene già oggi.

Inoltre il sistema pensato dalla Lega abolisce la figura del sostituto d'imposta; di conseguenza tutti coloro che hanno solo redditi da lavoro dipendente, e che oggi non devono presentare nulla, nel mondo fiscale del carroccio dovranno effettuare le dichiarazioni da soli. Chi guadagna di meno, quindi, secondo Lef si troverebbe nella situazione che ''oltre a non aver alcun vantaggio dalla proposta, vedrebbe aumentare in modo significativo i suoi adempimenti''.

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