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Unc: "Contro la pubblicità difendersi con l'informazione"

24 maggio 2018 | 17.48
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(Fotolia) - vege - Fotolia
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Cose da non credere”, l’evento al Museo Maxxi di Roma dell’Unione Nazionale Consumatori dedicato alla consapevolezza dei consumatori, quest'anno è stato dedicato alla nuova pubblicità. Il pomeriggio di lavori si è aperto con la relazione introduttiva di Massimiliano Dona, Presidente UNC, che ha sottolineato come ''la nuova pubblicità è il tema dell’anno. E' un momento di grande cambiamento. La convergenza tra televisione e internet cambierà radicalmente il modo in cui tutti noi riceviamo le sollecitazioni della pubblicità. Quindi dobbiamo conoscere questi cambiamenti e dobbiamo essere un po' gelosi dei nostri dati, non consegnarli troppo liberamente per rimanere padroni delle nostre scelte. Dobbiamo far maturare il nostro spirito critico e continuare a consumare felicemente, ma in modo più consapevole''.

''Il consumatore dovrà essere più informato -continua Dona-. E' così che si può resistere alle lusinghe degli spot. Prima eravamo abituati agli spot della televisione, oggi ci sono i banner su internet, ma il futuro è fatto di neuro-marketing e quindi di sollecitazioni sempre più invasive. Avere una cultura di base ci aiuta a capire cosa scegliere quando si fa la spesa o quando acquistiamo beni o servizi''.

''Quest'anno nell'edizione 2018 di Cose da non credere l'evento organizzato dall'Unione nazionale consumatori si parla di nuova pubblicità -sottolinea Federico Luperi, manager innovation e new media del gruppo Gmc Adnkronos-. Tecnologia e digitale stanno cambiando lo strumento, anche se l'obiettivo resta lo stesso, cercare di convincere l'utente e il cliente a consumare o acquistare un prodotto o un servizio. La tecnologia aiuta a raggiungere meglio e con maggiore profilazione il target che la marca vuole 'aggredire'. Questa 'aggressione' può essere subdola, sotto mentite spoglie in forme e in luoghi geografici diversi. Ci raggiunge dentro la nostra posta elettronica, sul cellulare e allora dobbiamo sviluppare degli anticorpi: dobbiamo conoscere queste tecnologie, in modo da ristabilire il giusto livello di distanza tra noi e il messaggio commerciale''.

''La pubblicità oggi ci raggiunge ovunque e in modo sempre più personalizzato, però non dobbiamo demonizzarla -spiega Giuliano Noci, prorettore Politecnico di Milano-. Anche il tema dei dati può trasformarsi in una opportunità anche per il consumatore: se esiste un principio di reciprocità, ovvero quello che l'azienda veicola al consumatore gli è utile, allora la pubblicità funziona. Le imprese, però, devono essere trasparenti, quando c'è un banner deve essere esplicitato se deriva da un'analisi di click nel website da parte dell'utente oppure proviene da dati di terza parte. Ci sono molte indagini che sottolineano che a fronte di reciprocità e trasparenza, il consumatore è ben disposto a ricevere una pubblicità che gli sia utile''.

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