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Visco: "Italia più vulnerabile di 10 anni fa"

10 luglio 2018 | 11.52
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"In Italia le riforme hanno perso slancio per timori sui costi, spesso immediati, e i dubbi sui benefici, che maturano gradualmente e con tempi relativamente lunghi. In queste condizioni, davanti a una nuova crisi saremmo oggi molto più vulnerabili di quanto lo eravamo dieci anni fa". E' il monito che giunge dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel suo intervento all'assemblea dell'Abi. "In Italia e nell'Unione europea restano ancora da completare le riforme avviate per ridurre le fragilità messe in evidenza dalla crisi finanziaria globale e da quella dei debiti sovrani", evidenzia Visco. "In Europa hanno pesato le preoccupazioni di alcuni Paesi circa la distribuzione di costi e benefici degli interventi necessari a migliorare la governance economica dell'Unione", spiega Visco.

PIL - "In Italia, come nelle altre principali economie, nei primi mesi del 2018 l'attività economica ha rallentato - sottolinea il governatore - I segnali di decelerazione si sono estesi alla primavera". "Nella maggior parte delle previsioni formulate da istituzioni nazionali e internazionali, la crescita in Italia rimarrebbe superiore all'1% nella media del triennio 2018-2020. Questo scenario presuppone un orientamento monetario accomodante, condizioni finanziarie distese ed un contesto globale favorevole. Negli ultimi mesi - avverte Visco - sono tuttavia notevolmente saliti i rischi connessi con la politica protezionistica degli Stati Uniti e con i contrasti che su diversi fronti si registrano nelle relazioni tra i Paesi dell'Unione europea".

CONTI PUBBLICI - Avverte Visco: "Politiche di sostegno della domanda vanno dosate con cura, ponendo attenzione all’equilibrio dei conti pubblici e alla necessità di tenere sotto controllo la dinamica del rapporto tra debito e prodotto. Sarebbe rischioso basarsi solo su di esse nel tentativo di uscire dalla trappola della bassa crescita in cui l’Italia si trova da lungo tempo e di tornare su un sentiero di sviluppo duraturo e sostenuto". "Servono prudenza e lungimiranza - esorta - per evitare tensioni o possibili crisi e per non lasciare in eredità agli italiani di domani un debito più elevato e un reddito più basso".

TITOLI DI STATO - Poi i titoli di Stato. Per il governatore "mantenere condizioni ordinate sul mercato dei titoli di Stato è indispensabile per difendere la stabilità del sistema finanziario e tutelare efficacemente il risparmio degli italiani".

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