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Ilva, Di Maio: "Tavolo non è club privato"

29 luglio 2018 | 17.42
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(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Vigilia di tensione quella che precede l'incontro sull'Ilva convocato domani al Mise dal ministro dello Sviluppo e Lavoro, nonché vicepremier, Luigi Di Maio, per presentare alle parti coinvolte l'Addendum con cui ArcelorMittal, futuro acquirente Ilva, si impegna a migliorare il capitolo ambientale del dossier, al centro delle trattativa con governo e sindacati. A far salire i toni la decisione del ministro di allargare la partecipazione al tavolo istituzionale a 62 delegazioni tra istituzioni, sindacati, associazioni e comitati.

"Il tavolo - scandisce Di Maio - non è stato convocato per trasformarsi in un club privato dove si discute nell’oscurità. Tutto deve essere trasparente".

Per alcuni però si tratta di un affollamento che non consentirebbe un confronto serio mentre il tempo stringe e una nuova incertezza grava sulla trattativa in attesa del verdetto dell'Avvocatura di Stato sull'eventuale annullamento dell'aggiudicazione della gara sull'Ilva alla cordata AmInvestco. E la decisione di allargare il confronto coglie alla sprovvista la stessa ArcelorMittal.

"Teniamo a precisare che la nostra società non era stata messa previamente al corrente di tale decisione, che quindi anche per noi è del tutto inattesa", si legge in una lettera di cui l'Adnkronos ha preso visione. Mittal comunque, è "aperta al dialogo con tutti i portatori d’interesse e che questo avvenga nel rispetto delle istituzioni in un percorso condiviso, consono e costruttivo", dice ancora ArcelorMittal auspicando per questo come "sarebbe utile avere al tavolo anche il ministero dell’Ambiente e i tecnici del Governo che hanno lavorato alla loro controproposta, i quali sono ovviamente portatori di un interesse qualificato in ragione del tema oggetto dell’incontro".

Diverso invece l'approccio alla convocazione del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che diserterà l'incontro di domani. "L'Amministrazione del Civico Ente non si presterà a questo dilettantismo spaccone, che il Ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma in realtà è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio”, dice Melucci accusando il governo di aver esteso l'invito "addirittura ad una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra i quali si rinvengono quelle delle aggressioni in Prefettura nel giorno dell'ultimo tragico incidente nello stabilimento, sigle dunque spesso inclini al dileggio delle Istituzioni".

Una denuncia che anche la Fim di Marco Bentivogli, preoccupato per il futuro del confronto, appoggia. "Condividiamo lo scoramento del sindaco di Taranto. Il ministro deve farsi garante del fatto che lo squadrismo resti lontano dalle sedi istituzionali", afferma guardando al rischio "passerella" che incombe sul tavolo istituzionale. "Il rischio è quello. E la convocazione di domani mi sembra più un atto dovuto per dire che la riunione c'è stata che un confronto vero mentre io mi auguro che il ministro Di Maio capisca che il confronto è una cosa seria e non un riempitivo tra una cosa e l'altra", spiega senza mezzi termini all'Adnkronos. "Non sono per escludere nessuno, sia chiaro, ma dico anche che verificare la rappresentatività di chi si invita mi sembra serio. La rappresentanza va misurata, non è un sentimento popolare che la determina", aggiunge ricordando come Fim Fiom Uilm e Usb rappresentino insieme circa l'85% dei lavoratori Ilva iscritti ai sindacati.

Quello di domani dunque rischia di essere un nuovo round interlocutorio. Lo pensa anche la leader Fiom Francesca Re David per la quale dovranno comunque arrivare risposte "che facciano chiarezza sul percorso ancora da compiere", spiega. "Chiederemo che il governo faccia estrema chiarezza sui tempi e i modi che ha in testa per portare avanti la trattativa. Non vorremmo trovarci di fronte ad un incontro in cui Mittal spiega le migliorie apportate e poi tutti a casa fino a chissà quando....", dice conversando con l'Adnkronos. Non solo. La Fiom "chiederà a Di Maio di convocare parallelamente il tavolo sul piano occupazionale visto che è ormai chiaro come la trattativa con Mittal non possa essere appannaggio solo dei sindacati ma coinvolga a tutti gli effetti anche il governo", conclude.

Un tavolo, questo, che anche la Uilm di Rocco Palombella chiederà di aprire a tamburo battente alla ricerca di un'intesa su "esuberi zero" con cui 'esorcizzare' l'eventuale annullamento della gara che dovesse arrivare dall'Avvocatura di Stato. "Domani sarà un incontro decisivo, vetrina o passerella quello che sarà, noi chiederemo, visto che Di Maio ha già espresso sulla parte ambientale un giudizio parzialmente positivo, di avviare da subito il confronto sul piano industriale e occupazionale", dice. "Chiederemo a Mittal di aprire da subito la trattativa sugli esuberi perché con un'eventuale intesa bisogna vedere se l'annullamento della gara potrà essere un'ipotesi ancora perseguibile", prosegue. E aggiunge: "Possibilità di acquirenti alternativi non ci sono e chi, a fronte di una intesa che preveda zero esuberi e garanzie occupazionali per tutti i lavoratori, vorrà andare avanti sull'ipotesi di annullamento se ne dovrà assumere tutte le responsabilità", scandisce ancora.

Mentre su Twitter il governatore Michele Emiliano si chiede: "A chi fa paura la presenza dei cittadini ai tavoli istituzionali ai quali col governo del @pdnetwork non era ammessa neanche la @RegionePuglia?".

In risposta alle critiche su un eccessivo ampliamento del tavolo di confronto Luigi Di Maio spiega su Facebook che "il tavolo sull’Ilva di domani è stato convocato perché ArcelorMittal ha chiesto di poter illustrare a tutti gli stakeholder le proprie proposte. Per me hanno diritto a partecipare tutte le rappresentanze dei cittadini coinvolti, incluse le associazioni e i comitati che in questi anni hanno svolto un ruolo essenziale. Ed è per questo che li ho invitati". "Il tavolo - prosegue il ministro - non è stato convocato per trasformarsi in un club privato dove si discute nell’oscurità. Tutto deve essere trasparente perché tutti devono prendersi le responsabilità di ciò che propongono".

"Chi preferisce può liberamente scegliere di non partecipare. Da Ministro lo accetto, ma ne trarrò le dovute conseguenze. È finita l’epoca delle riunioni che escludono i cittadini da qualsiasi tipo di discussione" scandisce il ministro dello Sviluppo Economico. "Il nostro metodo è un altro. Fa rima con partecipazione e trasparenza. Gli altri metodi, sbagliati, e i vecchi schemi mentali ci hanno portato dove siamo oggi e non ripeteremo gli errori di chi ci ha preceduto", conclude Di Maio.

“Convocare 62 associazioni senza nessun criterio di rappresentatività non è sinonimo di coinvolgimento e di apertura - replica il leader Fim, Marco Bentivogli - Mettere insieme cariche elettive istituzionali e persone elette dai cittadini e dall’85% dei lavoratori insieme ad altri serve solo a fare in modo che nelle due ore che ci concede parlerà solo lui e l’azienda”. “Pensavamo che comprendesse che se in tv ci sono ancora giornalisti che non sanno cosa è la libertà di informazione e gli consentono il monologo, un ministro non possa invece scappare dal confronto democratico dove i monologhi non sono ammessi. Il 'club privato' rischia di essere proprio la confusione di domani utile solo a nascondere le sue intenzioni e a evitare di confrontarle con noi”, incalza.

“Ci auguriamo che il ministro comprenda che mortificare le istituzioni democratiche e il sindacato sia quanto di più sbagliato e controproducente specie in una partita difficile come l’Ilva”, aggiunge Bentivogli, ricordando come dall’insediamento al ministero Di Maio abbia incontrato i sindacati sull’Ilva il 18 giugno e il 9 luglio e abbia prorogato i commissari fino al 15 settembre. “Il tutto mentre le opere ambientali rallentano, le aziende dell'indotto licenziano e l’impianto è ogni giorno più pericoloso”, conclude Bentivogli.

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