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Ilva, Di Maio: "Non la regaleremo al primo che passa"

30 luglio 2018 | 09.17
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(Fotogramma)
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Luigi Di Maio non ha dubbi: "Chi ha fretta di regalare l'Ilva al primo che passa faccia pure ma non con questo governo". Al termine del maxi tavolo con i vertici di ArcelorMittal, che ha visto a confronto 62 sigle tra associazioni ed enti locali, il ministro dello Sviluppo Economico e vicepremier ha detto di non aderire "a quella idea politica per cui su Ilva bisogna fare di tutto per liberarsene. Perché siccome bisogna liberarsene gliela regaliamo al primo acquirente che passa senza poi fregarcene del destino dei lavoratori, dell'azienda e dei cittadini di Taranto, dell'intera Puglia. Io non aderisco a questa idea politica, quindi chi ha fretta di regalare quello stabilimento al primo che passa faccia pure ma non con questo governo''.

ARCELORMITTAL - ArcelorMittal, che oggi ha presentato i suoi impegni aggiuntivi, in un comunicato scrive che tali impegni "superano di gran lunga i termini del contratto del 2017 firmato dal Gruppo con il Governo Italiano per il contratto di affitto e acquisto di Ilva". "Questi impegni aggiuntivi, che rappresentano i migliori e definitivi impegni da parte di ArcelorMittal nelle aree chiave di intervento indicate di seguito - prosegue la società - saranno formalizzati firmando un addendum al Contratto, in base a un testo già definito dopo l’accettazione da parte di ArcelorMittal di tutte le parti sostanziali delle controproposte dei Commissari Straordinari". Gli impegni aggiuntivi, spiega inoltre ArcelorMittal, sono conseguenza del recepimento della controproposta da parte del ministero per lo Sviluppo Economico presentata dai commissari straordinari il 19 luglio. Tutte le richieste sostanziali sono state accettate dalla Società il 23 luglio 2018.

"Ho chiesto a Mittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale che non sono ancora soddisfacenti" ha spiegato Di Maio, commentando l'addendum e annunciando che il governo intende renderlo pubblico assieme al piano occupazionale, "cosicché tutto il mondo scientifico possa analizzarlo e leggerlo per valutarlo".

Sul piano ambientale l'azienda si impegna a vincolare l'incremento della produzione per il periodo successivo alla durata del piano all'impiego di processi di produzione alimentati a gas o di processi alternativi a basso utilizzo di carbone. Ma non solo. Tra i punti c'è anche quello di eliminare le fonti di inquinamento attraverso l'implementazione delle misure di tutela ambientale e accelerare i tempi di esecuzione degli interventi ambientali.

PIANO OCCUPAZIONE - All'incontro nulla è stato detto sul piano industriale e men che meno sul capitolo esuberi, circa 4mila, al centro nei mesi scorsi di un duro braccio di ferro tra azienda e sindacati. E per martedì 31 luglio nessun incontro è in calendario contrariamente all'annuncio del ministro Di Maio al termine del tavolo istituzionale. Un tema dirimente, questo, per Fim Fiom e Uilm decisi a non portare a case nessuna 'eccedenza' e a rivendicare la necessità di garanzie occupazionali, al termine del percorso, per tutti e 14mila i dipendenti impiegati negli stabilimenti Ilva.

Ma la strada è in salita anche se la diplomazia resta al lavoro e le parti continuano a studiare una possibile soluzione per cercare di arrivare a un'intesa sul piano industriale e occupazionale con cui rendere sicuramente più difficile e problematico un eventuale annullamento della gara. A breve potrebbero riprendere gli incontri tra azienda e sindacati ma separati, non in plenaria. Nel documento presentato però un rapido passaggio sul perimetro occupazionale c'è: "ArcelorMittal supporterà il raggiungimento di un’idonea soluzione per ciascuno degli attuali dipendenti Ilva insieme a tutte le parti interessate e tenendo conto della sostenibilità del Piano Industriale" si legge. Il governo comunque è pronto a "favorire nelle prossime ore il confronto", come spiegato dal ministro Di Maio.

DI MAIO - ''Io voglio vederci chiaro fino alla fine" ha scandito il vicepremier, ribadendo di aver fatto "ricognizioni sulle garanzie del vecchio governo per assorbire gli esuberi e alcune sono da fantascienza; questo per dire che partiamo da una situazione per cui gli altri ci hanno lasciato tutto bloccato per il loro modo di gestire le crisi aziendali''. Il vicepremier ha quindi puntato il dito contro il governo precedente. "E' chiaro che se ha sbagliato la gara, si prende una responsabilità senza precedenti - ha sottolineato - ma non me la prendo io. Io mi prendo la responsabilità di gestire quello che viene dopo e mi auguro che tutto sia in regola: me lo auguro per il bene dello Stato perché se non dovesse essere così porterò tutte le carte in Procura perché se ci sono rilievi e criticità, ci sono dei reati commessi". Di Maio ha poi spiegato che entro la settimana chiederà un parere all'Avvocatura dello Stato "per capire cosa si può fare e cosa non si può fare''.

LA POLEMICA - La vigilia della maxi riunione era stata preceduta da forti polemiche: alcuni avevano bollato la decisione di allargare il tavolo istituzionale alle 62 delegazioni come un affollamento che non avrebbe consentito un confronto serio. Inoltre il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, aveva fatto sapere che avrebbe disertato l'incontro, parlando di "dilettantismo spaccone, che il ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia".

EMILIANO - Al maxi tavolo si è seduto anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che dopo la riunione ha sottolineato: "Le proposte di ArcelorMittal sono un piccolo passo avanti assolutamente insufficiente a garantire la salute dei miei concittadini". Quindi ha concluso: "Attendiamo un nuova reale proposta o altrimenti non daremo il nostro assenso al piano ambientale''.

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