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Di Maio attacca Repubblica

14 agosto 2018 | 09.08
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(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

Un duro botta e risposta sulle pensioni d'oro fra il ministro Di Maio e La Repubblica. A dare il via allo scontro, tutto social, le anticipazioni del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, che ravviserebbe nel progetto di legge del governo sul taglio agli assegni da 4 mila euro in su "penalizzazioni o esenzioni inspiegabili". Il fact checking operato da Repubblica confuta alcune delle affermazioni del ministro sul tema: nessun ricalcolo contributivo ma "esclusivamente basato sull'età di pensionamento", nessuno studio dell'Inps sulla storia contributiva dei 'pensionati d'oro' perché l'Inps questi dati non li ha, donne più penalizzate dalla misura perché pensionate prima degli uomini.

Solo "bufale" e "falsità" per il ministro, che ieri ha replicato alla testata in un lungo post su Facebook rivendicando quello che "sarà un gran risultato per ristabilire l'equità sociale" perché in grado di "eliminare le sperequazioni e le ingiustizie".

Ma Repubblica non molla: alle accuse del ministro - che ipotizza ci sia qualche preoccupato cronista del quotidiano che potrebbe vedersi ricalcolata la pensione -, il quotidiano risponde rilanciando il fact checking e confermando quanto scritto: "Nessuna 'bufala' da Repubblica - spiega il giornale in un post su Facebook -, nessuna 'falsità', come scrive Luigi Di Maio. Semplicemente, come spesso accade, il vicepresidente del Consiglio mostra di non avere la minima conoscenza dei temi di cui sta parlando".

L'ACCUSA DI DI MAIO - "C'è qualche giornalista di Repubblica che ha paura di perdere la sua pensione d'oro? A leggere l'articolo pieno di falsità che è stato pubblicato oggi - attacca il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del lavoro - viene proprio da pensare di sì. Le notizie false però non fermeranno il nostro progetto di eliminare le sperequazioni e le ingiustizie e lo ribadisco: tra poco le pensioni d'oro senza i contributi versati saranno solo un ricordo".

L'Inps, rileva il ministro, "sta ricostruendo la storia contributiva di tutti coloro che hanno una pensione superiore a 4.000 euro: quelli che prendono più di quanto hanno versato, una volta individuati, avranno un taglio pari a quello che prendono in più. Prenderanno quello che hanno versato. Come tutti. E non abbiamo alcuna paura dei ricorsi. Perché, al contrario del contributo di solidarietà che è fissato dalla legge in modo secco e uguale per tutti nelle percentuali, e già giudicato incostituzionale, il nostro ricalcolo si basa su un calcolo oggettivo ed un principio: quanto i pensionati dovrebbero prendere di pensione in base ai loro contributi versati. Semplicemente equità", sottolinea Di Maio.

"Mettete il caso del signor Bianchi e del signor Rossi, entrambi prendono 5.000 euro di pensione. Il signor Rossi - rileva il minsitro- ha versato effettivamente contributi per 5.000, il signor Bianchi ne ha versato solo per 4.000. Con la nostra legge il signor Rossi continuerà a prenderne 5.000, mentre il signor Bianchi inizierà a percepirne 4.000, ossia quello che ha versato".

Contrariamente a quanto afferma il quotidiano, aggiunge Di Maio, "le donne saranno una minoranza. Sono solo 30.000 circa, quindi più o meno 1 su 5. Non si capisce come abbiano fatto a inventarsi i dati riportati. Esiste inoltre una clausola di salvaguardia per cui nessuna pensione ricalcolata può andare sotto i 4.000 euro".

L'unica cosa vera dell'articolo, conclude Di Maio, "è che 'potrebbero essere di più di 158 mila' infatti l'Inps stima tra 158.000 e 188.000. Circa 200.000 privilegi eliminati. Sarà un gran risultato per ristabilire l'equità sociale".

LA REPLICA DI REPUBBLICA - A stretto giro arriva la replica del quotidiano. "Nessuna 'bufala' da Repubblica, nessuna 'falsità', come scrive Luigi Di Maio - scrive in una nota Repubblica -. Semplicemente, come spesso accade, il vicepresidente del Consiglio mostra di non avere la minima conoscenza dei temi di cui sta parlando".

"Il progetto di legge d’iniziativa dei deputati D’Uva e Molinari depositato alla Camera con tanto di simbolo del Movimento 5 Stelle, disponibile sul sito di Repubblica e di cui abbiamo dato ampio conto nei giorni passati, - sottolinea il quotidiano - non calcola la differenza tra contributi versati e contributi ricevuti, ma si limita a ricalcolare l’età della pensione di vecchiaia secondo una tabella calcolata oggi sulle speranze di vita attuali, compiendo così una penalizzazione sul metodo retributivo, come scritto nella seconda riga del progetto di legge che forse Di Maio ha letto".

"Repubblica, inoltre, non ha mai affermato che la maggioranza delle persone colpite dal provvedimento saranno donne, ma semplicemente che le donne saranno in proporzione più colpite degli uomini. E’ ovvio che sia così, perché in passato l’età di pensionamento di vecchiaia delle donne era sensibilmente più bassa di quella degli uomini", conclude.

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