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Ponte Morandi, botta e risposta Toninelli-Aiscat

06 settembre 2018 | 14.47
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(FOTOGRAMMA)
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L'Aiscat smentisce "categoricamente" le affermazioni del ministro Toninelli, in merito alle presunte pressioni che secondo il ministro sarebbero state effettuate dall'associazione stessa a non pubblicare gli atti delle concessioni. Unico contatto col ministro è stata la richiesta di disponibilità di date per l'annuale assemblea dell'Associazione italiana concessionarie autostrade e trafori.

Per quanto riguarda la pubblicazione degli atti concessori allegati alle convenzioni autostradali, l'Associazione italiana concessionarie autostrade e trafori, "a seguito di richiesta di parere ricevuta dalla competente Direzione del ministero, ha doverosamente risposto illustrando la propria posizione". La posizione illustrata da Aiscat, sottolinea l'associazione, "è analoga a quanto registrato in altri Paesi europei che, pur senza uno specifico obbligo normativo, hanno pubblicato sui propri siti istituzionali solo i contratti di concessione e non i relativi allegati, nel rispetto delle norme in materia di riservatezza, segreto commerciale e industriale".

REPLICA - Alla smentita arriva la controreplica di Toninelli. "Aiscat smentita dai fatti. Ecco prova delle 'cortesi' pressioni per dissuadere il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dal pubblicare gli atti delle convenzioni. Sono parole che ovviamente hanno influenzato le strutture anche sotto la mia gestione. Ma carta canta e le bugie hanno le gambe corte" si legge in un tweet. Le carte pubblicate dal ministro sono datate 11 gennaio 2018 e 7 marzo 2018, mesi prima del crollo del ponte. Circostanza, questa, che ha sollevato diverse polemiche cui Toninelli ha poi replicato: "Nessuno - ha precisato su Facebook - ha mai parlato di lettere dedicate al tema sicurezza, ma ci siamo riferiti, sempre, ai dati del Piano finanziario e dunque ai soldi. Il profitto ad ogni costo, d’altronde, è quello che interessa a questa gente e ciò si riverbera poi sul tema investimenti e sicurezza".

Alle osservazioni sulle date della diffida il ministro conferma che questa "rimane in vita finché non cambia l'oggetto della diffida stessa, cioè la scandalosa convenzione a favore di Autostrade. Quindi anche un bambino capirebbe che valeva sia prima del mio arrivo al ministero sia dopo, e cioè fino ad oggi".

"La vera notizia, dunque, non è la data della diffida, ma il fatto che il sottoscritto abbia pubblicato ciò che nessuno prima aveva mai tirato fuori" aggiunge il ministro che ringrazia "chi mi dice di aver avuto coraggio, in realtà ho semplicemente fatto il mio dovere".

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