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Michael Kors acquista Versace

24 settembre 2018 | 11.21
LETTURA: 3 minuti

(Afp)
(Afp)

Versace vende a Michael Kors. A quanto si apprende sono in via di definizione i dettagli dell'accordo e si arriverà alla firma finale nelle prossime ore. I rumor delle ultime ore davano in pole position tra gli acquirenti anche Tiffany e il colosso Tapestry che ha in portafoglio i marchi Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman. E' stata Michael Kors, il gruppo del lusso americano, proprietario della griffe di pelletteria omonima e di Jimmy Choo, marchio londinese acquisito nel 2017 per un miliardo di dollari, ad avere la meglio. Uno degli advisor dell'operazione è lo studio legale Orsingher Ortu. La valorizzazione del marchio dovrebbe essere compresa in una forbice che va da 1,5 ai 2 miliardi di dollari.

Attualmente la società della Medusa è controllata all'80% dalla famiglia Versace e al 20% da Blackstone. Il gruppo finanziario statunitense ha infatti raggiunto un accordo con la casa di moda nel 2014, un accordo che, all'epoca, valutava la società con sede a Milano a circa 1 miliardo di euro. Le azioni rimanenti invece sono nelle mani dei fratelli Donatella e Santo Versace e della figlia del direttore creativo Allegra Versace Beck. Per quanto riguarda il prezzo dell'imminente cessione, la casa di moda dovrebbe essere valorizzata circa il doppio rispetto alla valutazione di quattro anni fa, aggirandosi intorno ai due miliardi di dollari.

Sull'acquisizione è intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini nel corso di un'intervista a Quarta Repubblica su Rete4."Io vesto italiano, ma evito di dire il marchio, altrimenti mi indagano per pubblicità occulta - ha detto in un'anticipazione -. Sono liberista, ma sono stufo che i migliori marchi della moda, dell'alimentazione, della tecnologia italiana vengano comprati all'estero". "Lavoro per un Paese che faccia il contrario -spiega- e vada all'estero a riportare in Italia le nostre eccellenze: questo vorrei fare. Nel decreto di Di Maio c'è un altro ragionamento, che le aziende che hanno preso denaro pubblico non possono chiudere in Italia e aprire all'estero, licenziare in Italia e assumere all'estero, a meno che non mi diano indietro tutto quel denaro pubblico fino a quattro volte. Le aziende mi chiedono di pagare un po' meno tasse e soprattutto di avere meno burocrazie e di avere tempi certi per la giustizia. E questo, nei prossimi mesi faremo", conclude.

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