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Di Maio: "Non c'è un piano B"

06 ottobre 2018 | 11.48
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(Fotogramma)
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"Non c'è nessun piano B". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio parlando della Def a chi gli chiedeva se c'è un'ipotesi alternativa a cui ricorrere in caso di emergenza. "Lo voglio spiegare benissimo - ha aggiunto -. Non esiste, perché non si arretra: si spiegano le ragioni di questa manovra, possiamo sistemare al meglio le coperture che abbiamo trovato e spiegare bene gli investimenti in deficit che stiamo facendo, ma non si torna indietro". Quindi "tutti i piani B di cui sente parlare - ha sottolineato - o sono invenzioni dei giornali o di qualcuno che non sono i giornali e che però non rispecchiano assolutamente la volontà del governo". 

A proposito della lettera inviata ieri dal vice presidente della Commissione europea Vladis Dombrovskis e dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici in risposta al ministro dell'Economia Giovanni Tria sul Def, Di Maio ha detto: "Ci aspettavamo che questa manovra non piacesse a Bruxelles adesso inizia la fase di interlocuzione con la Commissione europea ma deve essere chiaro - ha ribadito - che indietro non si torna". Il vicepremier ha poi aggiunto di aver apprezzato "il fatto che questa lettera sia stata mandata a mercati chiusi".

"Adesso il ministro Tria - ha spiegato - inizierà l'interlocuzione con le istituzioni, so che il presidente Fico nei prossimi giorni sarà a Bruxelles. Saremo tutti quanti compatti e faremo un gioco di squadra per spiegare alla Commissione europea che gli italiani hanno bisogno di queste misure che non sono misure spot ma cambiamo la vita alle persone". Quanto alla scadenza del 15 ottobre, primo test importante per la manovra, Di Maio ha risposto: "Io non sono preoccupato, sono tranquillissimo anche perché abbiamo ancora tanto da fare". "Dopo tanti anni abbiamo scritto una manovra del popolo e quando si aiuta la gente - ha sottolineato - non si può essere preoccupati".

Intervenendo dal palco al villaggio contadino della Coldiretti al Circo Massimo di Roma, il vicepremier ha detto: "C'è una vera e propria guerra contro il made in Italy e noi la dobbiamo combattere con tutte le nostre forze. Questi sono giorni importanti, non sono venuto alla Coldiretti per alzare i toni con l'Europa anche perché diciamoci la verità questa Europa qui tra sei mesi è finita". "Tra sei mesi ci sono le elezioni europee e - ha aggiunto - come c'è stato un terremoto politico in Italia il 4 marzo, ci sarà un terremoto politico alle elezioni europee di maggio". "E questo significa che finalmente molte delle istanze che sono state tradite e ignorate - ha concluso - arriveranno al Parlamento europeo con il triplo, con il quadruplo della forza che hanno avuto in questi anni".

Un concetto ribadito nel pomeriggio anche dal ministro Matteo Salvini: "L'Europa dei banchieri, quella fondata sull'immigrazione di massa e sulla precarietà, continua a minacciare e insultare gli italiani e il loro governo? Tranquilli, fra sei mesi verranno licenziati da 500 milioni di elettori, noi tiriamo dritto! #primagliitaliani".

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