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Juncker all'Italia: "Non possiamo accettare tutto"

16 ottobre 2018 | 12.46
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

In attesa che la Commissione Europea analizzi nel dettaglio il documento sulla legge di bilancio trasmesso a Bruxelles, oggi il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, fa il punto in un'intervista concessa ai media audiovisivi italiani, tra cui l'Adnkronos (VIDEO), nel corso della quale chiarisce alcuni aspetti. "Non abbiamo ancora messo in questione il bilancio dell'Italia. Abbiamo lanciato degli avvertimenti, forse prematuri. Se accettassimo tutto quello che il governo italiano propone, avremmo delle controreazioni virulente in altri Paesi della zona euro" sottolinea Juncker. E se la Commissione Europea tollerasse dei "dérapages", degli sbandamenti, dell'Italia rispetto alle regole di bilancio Ue, sarebbe ricoperta di "insulti e invettive" in altri Paesi europei.

In un contesto internazionale, premette, ogni "governo che arriva deve rispettare la parola data" dai suoi predecessori. Nel corso di una telefonata nel pomeriggio "dirò al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che evidentemente i conti pubblici italiani ci provocano molta preoccupazione, ma che non abbiamo pregiudizi" sulla manovra economica. "Discuteremo con i nostri amici italiani - prosegue - nello stesso modo in cui discutiamo con gli altri Paesi membri dell'Ue. Non c'è animosità da parte nostra, nessun pregiudizio, niente di tutto questo: gli italiani hanno eletto un governo, che è legittimo e che bisogna rispettare, come bisogna rispettare la Repubblica Italiana in tutte le sue componenti". "Avremo un dibattito virtuoso con i nostri amici italiani - continua Juncker - che sanno che il livello di indebitamento pubblico è troppo elevato. Nessuno dice il contrario: sanno che nelle proposte di bilancio non rispettano nella loro interezza le raccomandazioni del Consiglio dei ministri e del Consiglio Europeo". Ad ogni modo, l'Italia non deve essere messa sul "banco degli imputati" nel Consiglio Europeo di questa settimana, "l'Italia e il popolo italiano hanno il genio per fare le cose. E devono essere rispettati. Io rispetto profondamente l'Italia. E vorrei che il governo italiano rispettasse nella stessa misura l'Unione Europea".

"Non ho mai paragonato la Grecia all'Italia e l'Italia alla Grecia. Sono due cose del tutto diverse: l'Italia non è la Grecia" precisa poi il presidente della Commissione Europea. "Io non commento mai le evoluzioni dei mercati - afferma - ci sono due cose che non commento mai: la politica monetaria della Bce, dato che è indipendente come la Banca d'Italia, e avete visto che cosa ha detto del progetto di bilancio del governo. E non commento mai le evoluzioni dei mercati finanziari. Perché ogni volta che dico qualcosa a questo proposito, i mercati reagiscono molto spesso in modo irrazionale". "Non ho mai paragonato la Grecia all'Italia - insiste - Non basta leggere le sintesi delle agenzie di stampa: bisogna informarsi alla fonte. E nessuno in Italia si è informato alla fonte".

"Non commento le misure particolari che fanno esplodere il deficit dell'Italia - spiega ancora - Quello che mi interessa non sono le misure, alcune delle quali mi parrebbero simpatiche", ma "io come Commissione guardo il risultato di bilancio che esce dalle misure che sono adottate dal governo italiano. Non contate su di me per dire che l'Italia non dovrebbe introdurre" il reddito di cittadinanza, poiché "non è una cosa che riguarda la Commissione. Quello che mi interessa è che l'Italia rispetti gli impegni che sono stati presi". "Non dobbiamo commentare - ribadisce - le decisioni sovrane e indipendenti del governo italiano".

Affermare "che io sarei contro l'Italia è un'idiozia (une foutaise, ndr). E' una menzogna" sottolinea poi il presidente della Commissione Europea. "Ho presieduto la conferenza intergovernativa nel 1991 che ci ha condotti verso il trattato di Maastricht e verso l'Unione economica e monetaria - afferma - ho fatto di tutto, quando c'erano delle resistenze molto forti in certi Stati membri, per avere l'Italia come membro della zona euro fin dall'inizio". "Ero ministro delle Finanze allora: ho ricevuto i primi ministri e i ministri delle Finanze di almeno otto Paesi europei che non volevano l'Italia. E io ho sempre detto che non volevo l'euro, se l'Italia non era sulla linea di partenza", rimarca Juncker.

L'Unione Europea "non" potrebbe sopravvivere senza l'Italia, dice inoltre il presidente della Commissione Europea rispondendo a una domanda durante l'intervista a Bruxelles. "No - replica Juncker - e constato che il governo italiano, come la società italiana, oggi esclude del tutto l'uscita dell'Italia dall'Europa. Senza l'Italia l'Europa non sarebbe più l'Europa: l'Europa ha bisogno dell'Italia, come l'Italia ha bisogno dell'Europa. In tutti gli ambienti politici e non, si esclude l'uscita dell'Italia dall'euro". Per il presidente della Commissione Europea "in Italia l'Europa è minacciata dagli slogan di coloro che cercano dei colpevoli e che non amano quelli che propongono delle soluzioni. Io e la Commissione abbiamo il compito di proporre delle soluzioni, che non amiamo, avendo in mente l'insieme dell'Ue, i 27, e soprattutto i 19 della zona euro". Comunque, affermare che i vicepresidenti del Consiglio Matteo Salvini e Luigi Di Maio "sono un pericolo per l'Europa mi sembra una maniera eccessiva di descrivere le cose, anche se uno dei due dice che io sarei un pericolo per l'Europa e che la starei distruggendo. Tutto ciò che è eccessivo".

DI MAIO - In un post su Facebook Luigi Di Maio commenta: "Noi andiamo avanti con le misure chieste dal popolo. Juncker continui pure a rivoltarsi, gli rimane tempo ancora fino a maggio". "Oggi dice che l’Eurozona si rivolterà contro tutto questo per mantenere lo status quo che ha causato solo povertà e disoccupazione crescente. A nome di chi parla? Dei vari ministri, del presidente dell’Eurogruppo, del suo partito che l'altro ieri ha fatto il minimo storico alle elezioni in Lussemburgo? Juncker faccia nomi e cognomi di chi davvero prende le decisioni all’interno dell’Unione Europea" scandisce Di Maio. "Non ci si può attaccare a vincoli ad personam, decidendo in modo scientifico di attaccare un Paese sovrano solo perché quel governo non è simpatico a lui e all'élite di cui fa parte" dice il vicepremier.

SALVINI - A replicare a Juncker è anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "La manovra italiana è passata, Juncker se ne faccia una ragione e si beva un caffè - afferma il leader della Lega - Gli sbandamenti sono arrivati in questi anni dall'Europa, che ha portato precarietà e insicurezza in un intero continente". "Un'Italia che cresce è interesse di tutti - aggiunge Salvini - tranne forse che di Juncker, e di pochi altri che ci vorrebbero Paese di conquista, campo profughi o nazione deindustrializzata, si rassegnino. Gli italiani hanno tirato su la testa, ognuno decide a casa sua".

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