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Tria: "Deficit al 2,4% tra i più bassi della storia"

19 novembre 2018 | 17.53
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Giovanni Tria (Fotogramma)
Giovanni Tria (Fotogramma)

La discussione sulla manovra economica dell'Italia potrebbe essere considerata quasi "surreale", vista l'entità dello scarto che ci viene contestato. Lo dice il ministro dell'Economia Giovanni Tria, in conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo, a Bruxelles, sottolineando poi come anche "nella storia della finanza pubblica italiana" il 2,4% sia "uno dei deficit più bassi". "L'approccio italiano ai conti pubblici, che non è solo di questo governo, è - spiega - che da vent'anni abbiamo un surplus primario, tranne un anno, in cui c'è stata la grande crisi. Il che significa che dire che l'Italia è il Paese della finanza allegra è un falso, un falso storico".

"Era necessario avere un deficit maggiore - sottolinea -per coprire alcune misure che il governo riteneva di voler portare avanti, ma con questo non si sono assolutamente sfondati limiti di tenuta dei conti pubblici". "Ovviamente - continua Tria - tutto è discutibile: si poteva fare il 2,4%, il 2,2%, il 2,1% (di deficit, ndr), ma insomma stiamo parlando di previsioni di crescita che non hanno una grandissima influenza. Stiamo parlando di scostamenti che non sono grandi. Per questo dico bisogna riportare la discussione sui problemi reali".

"Quello che sta facendo l'Italia, bene o male - osserva -, è una risposta nazionale a problemi che non sono stati affrontati a livello europeo. Benché dovessero essere affrontati a quel livello, considerando gli obiettivi ufficiali che ha l'Europa". Si tratta di "obiettivi che stanno nei trattati e nei successivi documenti - ricorda Tria - cerchiamo di portare avanti una discussione calma con la Commissione Europea, cerchiamo un dialogo e una convergenza, ma è chiaro che qualcosa - nota - non sta funzionando bene" in Europa.

Alla Commissione Europea "abbiamo rimandato la risposta alla richiesta di risottomettere un nuovo bilancio programmatico. Lo abbiamo fatto, con alcuni cambiamenti. Ora aspettiamo di vedere la risposta, il tono della risposta e quello che si richiede", dice, rispondendo alla domanda se si attenda dopodomani l'avvio di una procedura per deficit eccessivo legata al debito nei confronti dell'Italia. "Continueremo ad andare avanti - prosegue Tria - nell'ambito della discussione, ci sono vari step e varie procedure, varie tappe. Andremo avanti. Per ora vediamo cosa rispondono e poi noi risponderemo alle osservazioni che verranno fatte".

Da parte degli altri Paesi dell'Eurozona "non vedo pregiudizi anti italiani - osserva Tria -. Vedo dei pregiudizi sulle politiche economiche". "Ritengo - continua il ministro - che ci siano posizioni di alcuni Paesi molto rigide, intorno a delle idee di politica economica che non condivido. C'è la posizione, più o meno, non dico ufficiale, ma quasi, che le politiche fiscali espansive si adottano solo quando si è in recessione tecnica. La mia opinione è che sia una posizione sbagliata, perché una politica fiscale espansiva adottata in recessione non è efficace, perché ormai è troppo tardi".

"Spero che, poiché dobbiamo difendere l'Europa, non si giochi - sottolinea - a quello che gli anglosassoni chiamano il 'chicken game', cioè correre verso un baratro e vedere chi si ferma prima, con il rischio di cadere tutti di sotto". "Questo - assicura - è quello che, penso, l'Italia certamente vuole evitare e penso che ci siano anche delle componenti ampie degli altri Paesi coscienti che vogliono evitarlo".

Nel valutare le prese di posizione degli altri Paesi dell'Eurozona nei confronti della manovra economica italiana "bisogna considerare che questo è un periodo elettorale non solo per l'Italia, ma per tutti i Paesi dell'Ue", sottolinea il ministro dell'Economia. "E ci sono molti Paesi europei - aggiunge Tria - che hanno difficoltà politiche interne molto forti, mentre in fondo in Italia il governo ha un largo consenso e appare, almeno per il numero di parlamentari che lo sostengono, stabile, in altri Paesi la situazione è molto complicata. E ovviamente queste situazioni politiche complicate si riflettono nel dibattito".

INAMMISSIBILI CIRCA MILLE EMENDAMENTI - Intanto i lavori in Parlamento vanno avanti. Sono 1.014 gli emendamenti al ddl bilancio, dichiarati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera, di cui 374 per estraneità di materia e 640 per mancanza di coperture. La scrematura, fatta su un totale di 3.626 proposte di modifica, ha portato il totale a 2.612 emendamenti. I lavori della commissione si concentreranno su 700 emendamenti che saranno segnalati dai gruppi parlamentari. Il termine per presentare le proposte di modifica ritenute più importanti scadrà alle 12.00 di domani.

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