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Chiusura poco mossa per le Borse europee, Milano -0,51%

01 settembre 2014 | 20.34
LETTURA: 5 minuti

Giornata negativa per il comparto bancario, in particolare per Mps che cede il 2,55%. In flessione Telecom Italia che cede l'1,14%. Vendite anche su Fiat che lascia sul terreno l'1,14%

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Chiusura poco mossa e contrastata per le principali piazze finanziarie europee in questo avvio di ottava. Pesano la crisi geopolitica e l'assenza di indicazioni provenienti dagli Usa, dove non è suonata la campanella a Wall Street (festività del Labor Day). A deludere anche gli indici Pmi che indicano un rallentamento del comparto manifatturiero europeo. Nello specifico, nel mese di agosto l'attività manifatturiera in Germania è cresciuta ad un livello più basso rispetto agli ultimi 11 mesi scendendo a 51,4 punti dai 52,4 di luglio. In contrazione l'Italia con l'indice Pmi Markit in calo 49,8 punti rispetto ai 51,9 di luglio. L'industria manifatturiera francese si è ridotta meno di quanto inizialmente stimato. L'indice è sceso a 46,9 ad agosto (47,8 a luglio). Continua a crescere invece l'industria manifatturiera in Spagna anche se a un ritmo più lento (52,8 ad agosto, rispetto al 53,9 di luglio).

"Questi dati - commenta l'analista di Ig Vincenzo Longo - saranno discussi dal Consiglio Direttivo della Bce giovedì mattina e saranno un elemento in più per una più rapida azione in tema Quantative Easing. Riteniamo, però, molto improbabile l'introduzione di nuove misure almeno sino al prossimo anno. Difatti, l'arma più importante tra quelle annunciate a giugno, le aste Tltro, devono essere ancora implementate e pertanto Draghi dovrà affidarsi ancora una volta alla dialettica. Qualche considerazione potrebbe essere fatta anche sul tema dell'indipendenza della Bce, viste le news circolate negli ultimi giorni su colloqui tra il numero uno di Francoforte e la cancelliera tedesca, Angela Merkel".

In questo scenario Lisbona cede lo 0,57%, Bruxelles segna -0,38%, Parigi -0,03%, Londra +0,08%, Francoforte +0,09%, Madrid +0,16%, Amsterdam +0,27%, Zurigo +1,02%. A Piazza Affari il Ftse Mib ha terminato in calo dello 0,51% a 20.345 punti e l'All Share ha segnato un rallentamento dello 0,47% a 21.607. "Il listino milanese, appesantito dalle perdite dopo i Pmi, non è riuscito a recuperare terreno dopo la presentazione del programma politico 'Mille giorni' - sottolinea Longo - che porterà l'Italia alle elezioni di maggio 2017. Molti investitori esteri che hanno dato fiducia al nostro Paese dall'autunno scorso, hanno fatto dietrofront a seguito delle cifre sulla crescita ancora molto deludenti".

"L'Italia - sottolinea ancora l'analista di Ig - non rappresenta un'eccezione in Europa, dato che anche le economie più forti fanno fatica senza la liquidità della Bce a trovare la crescita sostenibile nel medio lungo periodo. Però, senza un credibile piano di riforme rischieremo di non essere tra i preferiti nel momento in cui questa liquidità arriverà".

Giornata negativa per il comparto bancario, in particolare per Mps che cede il 2,55% a 1,109 euro. In calo banco Popolare (-2,27%), Bper (-1,64%), Mca (-1,58%), Intesa Sanpaolo (-0,8%), Unicredit (-0,76%). In deciso rialzo invece Ubi Banca che cresce dell'1,26%.

In flessione Telecom Italia che cede l'1,14%. Intanto ancora un rinvio per la cessione di Telecom Argentina. A quanto apprende l'Adnkronos, la scadenza fissata per le 24 di lunedì per il closing del contratto di compravendita sottoscritto dal gruppo italiano con la Fintech del messicano David Martinez Guzman sarà prorogata ancora, probabilmente per alcune settimane. E Telefonica si prepara a uscire dal capitale una volta completata l'acquisizione di Gvt in Brasile. Ad affermarlo è stato il presidente del gruppo telefonico spagnolo Cesar Alierta, nel corso di un incontro sulle tlc promosso a Madrid.

Vendite anche su Fiat che lascia sul terreno l'1,14%. I dati sulle immatricolazioni in agosto indicano per Fca quasi 15 mila vetture (il 6,9% in meno rispetto all'anno scorso), per una quota del 27,6% , -2% in confronto allo stesso mese del 2013, ma in crescita di 0,3% rispetto a luglio 2014. Occhi puntati su Luxottica nel giorno del cda che ha segnato la conclusione del rapporto con l'ad Andrea Guerra. Cambio di governance per il gruppo guidato da Leonardo del Vecchio, che vedrà in futuro due amministratori delegati, uno dei quali è già stato nominato nella persona di Enrico Cavatorta. Il titolo debole ha virato dopo la conclusione del cda per chiudere in progresso dello 0,47% a 40,84 euro.

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