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Lagarde: occorre flessibilità in regole Patto stabilità, da Bce passi coraggiosi

09 dicembre 2014 | 15.11
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Riforma del mercato del lavoro, riforma giudiziaria e del settore bancario, il piano di interventi che il direttore generale del Fondo monetario internazionale, dalla Bocconi, 'suggerisce' al premier Renzi dopo avere sottolineato che la Bce ha compiuto passi coraggiosi

Il direttore generale del Fmi,  Christine Lagarde  (Infophoto)
Il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde (Infophoto)

L'Italia deve puntare sulla crescita ma "perché le iniziative italiane abbiano successo devono essere accompagnate da una strategia condivisa a livello della zona Euro per sostenere una ripresa durevole e robusta. L'Eurozona deve dar fuoco a tutte le cartucce". Così il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde interviene all'inaugurazione dell'anno accademico alla Bocconi di Milano.

La politica monetaria "deve continuare a giocare un ruolo cruciale a sostegno della domanda. La Bce ha intrapreso passi coraggiosi nei mesi recenti, annunciando ad esempio significative acquisizioni dirette di obbligazioni private. Queste iniziative dovrebbero aiutare a sostenere la domanda e a evitare i rischi di una inflazione persistentemente bassa". La Bce ha indicato che è pronta a diversificare ancor più il proprio bilancio, anche tramite l'acquisto di fondi sovrani, "dato, questo, sicuramente positivo", ma la politica monetaria da sola "non è sufficiente".

Anche la politica fiscale ha "un ruolo fondamentale da giocare e le misure fiscali devono sostenere il più possibile la crescita e il lavoro. Pensare a progetti di infrastrutture pubbliche paneuropee, efficienti anche dal punto di vista dei costi, può aiutare a gettare le fondamenta di una crescita sostenuta". Inoltre "occorre una certa flessibilità nelle regole del Patto di stabilità e crescita per sostenere - sottolinea- gli investimenti pubblici e l'implementazione di riforme strutturali".

Ecco l'elenco delle riforme che il governo Renzi deve attuare.

Disoccupazione giovanile - Oggi la disoccupazione tra i giovani in Italia supera il 40 per cento, la percentuale più alta in quasi trenta anni. Se i disoccupati potessero formare una loro regione, sarebbe quasi grande quanto l'Umbria, 700.000 persone. Secondo una ricerca del Fmi "ogni punto percentuale di crescita del Pil in Italia, ridurrebbe la disoccupazione giovanile di 0,6 punti percentuali. A parità di condizioni, significherebbe che circa 10.000 persone potrebbero tornare a lavorare, un importante passo in avanti". Bassa crescita e bassa inflazione "sono una miscela tossica. Superare questo circolo vizioso è una sfida non solo per l'Italia, ma per tutta l'Europa".

Riforma del mercato del lavoro. Il mercato del lavoro italiano "soffre per il problema che alcuni definiscono dualismo e che altri hanno chiamato problema 'insider-outsider'. Le imprese hanno pochi incentivi a investire nei giovani. Per questo il Jobs Act, e il suo obiettivo di creare un nuovo contratto di lavoro con una protezione gradualmente crescente, è così importante per combattere questo dualismo e migliorare il mercato del lavoro". Il Jobs Act "dovrà essere accompagnato da misure finalizzate ad abbassare le aliquote fiscali marginali, o 'cuneo fiscale', che scoraggiano gli investimenti in lavoro e capitali. Nonostante i recenti sforzi, il carico fiscale sul lavoro in Italia rimane ben oltre la media Ocse".

Riportare il cuneo fiscale sul lavoro in Italia al livello della media europea potrebbe abbassare la disoccupazione giovanile di 4-8 punti percentuali. Questo potrebbe significare da 60.000 a 130.000 giovani che tornerebbero a lavorare. Inoltre, la liberalizzazione della professione legale e l'aumento della concorrenza nel settore al dettaglio potrebbe far aumentare la produttività e facilitare la mobilità.

Riforma giudiziaria. Una delle cause maggiori della debolezza dell’ambiente lavorativo italiano è la lunghezza dei processi. Da alcune stime si rileva come in Italia ci vogliono oltre mille giorni per far valere in giudizio un contratto, più del doppio della media Ocse. "Una maggiore efficienza del settore giudiziario abbasserebbe il costo del credito, incoraggerebbe gli investimenti e dunque faciliterebbe l'impiego. La nostra ricerca sulle disparità regionali suggerisce che dimezzare la durata delle controversie di lavoro aumenterebbe di circa l'8 percento la possibilità di ottenere impiego", spiega Lagarde, e il processo civile telematico può permettere "miglioramenti importanti in termini di efficienza".

Riforma del settore bancario "necessaria per renderlo più forte nel sostenere la ripresa soprattutto nel settore delle piccole e medie imprese". Attualmente il sistema finanziario italiano è onerato dai prestiti inesigibili e limitato nella sua capacità di offrire credito. "Ci vogliono regimi per i casi di insolvenza per aiutare imprese e famiglie a ripianare i loro bilanci. Lo stesso è vero anche per le banche. I tassi di cancellazione dei debiti - osserva il direttore generale del Fmi - devono essere significativamente incrementati per riportare il rapporto dei crediti inesigibili ai livelli pre-crisi".

Per la stessa ragione, la rivitalizzazione delle piccole e medie imprese "può essere di importanza cruciale per facilitare il flusso del credito nell’economia. Una strategia mirata a favorire la ristrutturazione delle pmi, darebbe impeto alla crescita e alla creazione di posti di lavoro".

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