I mercati azionari del Vecchio Continente recuperano terreno sulla scia di Wall Street (bene le vendite al dettaglio Usa cresciute a novembre dello 0,7% contro un +0,2% atteso; peggiori delle attese invece le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione: 294mila contro i 285 mila attesi). Dopo i pesanti ribassi delle ultime sedute si allenta la tensione sui titoli del settore petrolifero, mentre la situazione in Grecia resta sotto i riflettori degli investitori: nuovo crollo per la Borsa di Atene, arrivata a perdere oltre il 7 per cento, con il paese che rischia di tornare al voto.
Per il resto l'attenzione dei mercati si concentra sulla Bce: è stato di 129,84 miliardi di euro il totale dei prestiti concessi dalla Banca centrale nella seconda asta di liquidità 'mirata' a lungo termine. In crescita, da 255 a 306, il numero di banche che hanno richiesto i prestiti allo 0,15% concessi dall'Eurotower. Il risultato rafforzerà le attese dei mercati finanziari di nuovi interventi della Bce, compreso l'acquisto di titoli pubblici -il cosiddetto Quantitative easing - all'inizio del 2015. A fine seduta Milano recupera, ma non del tutto: l'indice Ftse Mib perde lo 0,09%, con lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi a quota 138 punti base con un rendimento del 2,06%. Male la piazza di Lisbona -1,12%, d ebole Parigi -0,05% così come Amsterdam +0,01%, maglia rosa per Francoforte che guadagna lo 0,64%.
A Piazza Affari peggior performance per Fiat Chrysler dopo i dettagli su aumento e convertendo. Il titolo cede il 6,27% a 9,19 euro, male anche Exor a 33,71 (-2,54%). Contrastato il comparto bancario con Mediobanca - 2,92% a 6,82 euro, Bpm -2,23%, Bper -1,65% e Banco Popolare -1,42%; in progresso invece Intesa Sanpaolo a 2,50 euro (+0,48%), Mps +0,52%, Ubi Banca +1,42% e Unicredit a 5,65 euro (+0,98%). Gli acquisti premiano Telecom Italia che chiude in progresso del 2,06% a 0,942 euro, beneficiando della promozione da parte di alcuni analisti.
