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Bce: Merrill Lynch, Qe tra 500 e 700 mld, cruciale la comunicazione

21 gennaio 2015 | 14.32
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Per gli analisti della banca d'affari sarà cruciale la comunicazione dell'Eurotower: più riuscirà a convincere i mercati che la manovra è senza limiti, più sensibile sarà l'impatto. La divisione dei rischi tra le banche centrali dell'Eurozona è solo "una falsa pista, con poche conseguenze pratiche". Mirabaud AM si attende una manovra da 500 mld in un anno.

Monumento all'euro a Francoforte (foto Infophoto).
Monumento all'euro a Francoforte (foto Infophoto).

Una manovra di alleggerimento quantitativo, o Quantitative Easing (Qe), per un importo compreso "tra 500 e 700 mld di euro nel corso di 18 mesi", che preveda acquisti "di tutti i titoli di Stato investment grade, con un ritmo mensile o trimestrale". Lo prevedono gli analisti di Bank of America-Merrill Lynch, in un report ("Il momento della verità") dedicato al Qe che la Bce dovrebbe annunciare domani.

"Il punto cruciale - secondo gli analisti di Merrill Lynch - non sono le tecnicalità del Qe, ma se la Bce riuscirà o meno a creare una sensazione di 'apertura' (open-ended, senza limiti, ndr) intorno al programma. Crediamo che l'Eurotower lo farà distanziandosi dall'obiettivo intermedio, cioè la dimensione del suo bilancio, per spostare l'attenzione sull'obiettivo di inflazione".

"Un tema chiave per noi - continuano gli analisti - è se questa sensazione di 'apertura' possa essere creata da parole inserite nella dichiarazione, cosa che avrebbe un impatto potente, oppure, come riteniamo più probabile, solo nel corso della sessione Domande & Risposte".

Per la banca d'affari "quanto la Bce riuscirà a sorprendere i mercati dipenderà dalla dimensione (ben al di sopra delle attese del mercato, che si posizionano sui 500 mld) e da quanto i mercati percepiranno il Qe come un provvedimento senza limiti. La comunicazione della Bce sarà la chiave".

"Tanto più il presidente Mario Draghi suonerà come Haruhiko Kuroda, anche se non prevediamo che la Bce si spinga tanto avanti quanto la Banca del Giappone - continua Merrill Lynch - quanto più negativo sarà l'impatto sull'euro . Se la dichiarazione ufficiale conterrà elementi al riguardo sarà ancora meglio, ma non ce lo aspettiamo".

Secondo Merrill, la divisione dei rischi tra le banche centrali "è una falsa pista (red herring, ndr). Potrebbe contare da un punto di vista intellettuale o simbolico, ma avrebbe poche conseguenze pratiche".

Infatti, osservano, "nell'Unione Monetaria, in cui tutte le banche centrali sono connesse tra loro, isolare le perdite in un solo Paese è molto difficile e le clausole di non-mutualizzazione sarebbero, secondo noi, per lo più illusorie. Tuttavia, per le colombe sarà probabilmente una tentazione gettare queste clausole ai falchi, a mo' di osso".

Il Qe è uno strumento di politica monetaria non convenzionale che consiste nell'acquisto di titoli, pubblici o privati, da parte delle banche centrali, in modo da alzarne il prezzo e abbassarne il rendimento (si muovono in direzioni opposte), allargando nel contempo la base monetaria. Il Qe può aiutare a far sì che l'inflazione non cada al di sotto della soglia desiderata.

Negli ultimi anni vi hanno fatto ricorso massiccio, per rilanciare le rispettive economie, la Federal Reserve (in tre round successivi), la Banca del Giappone e la Banca d'Inghilterra. La Bce ancora non lo ha utilizzato, a causa principalmente dell'opposizione della Bundesbank, la banca centrale tedesca.

Secondo David Basola, responsabile Italia di Mirabaud Asset Management, che ha in gestione asset per circa 8 mld di franchi svizzeri (dato dicembre 2013), la Banca centrale europea "lancerà domani un programma di acquisto di titoli di Stato, impegnandosi per una cifra pari a 500 miliardi di euro in un anno. Un intervento di questo genere sarebbe in linea con le attuali aspettative di mercato".

"Date le altre misure già adottate (TLtro, acquisti di covered bond e Abs) - continua Basola - resta difficile valutare quanto questi provvedimenti contribuiranno all’espansione del bilancio dell’Eurotower e, di conseguenza, l’importo di acquisti di titoli di Stato necessario a raggiungere la cifra di 3mila miliardi di euro di bilancio, posta come obiettivo".

La Bce, continua Basola, "lascerà secondo noi la porta aperta a un eventuale aumento dell’importo degli acquisti di titoli di Stato in futuro. Chiaramente, stanno crescendo le minacce di deflazione, come mostrato da tasso di inflazione ormai negativo".

"Nel quadro dell’indice dei prezzi al consumo, quelli del cibo in particolare, scesi dell’1% - prosegue Basola - sono stati il driver principale alla base della deflazione registrata nell’Eurozona a dicembre".

"Ci aspettiamo - aggiunge - che l’inflazione continuerà a pesare nei prossimi mesi, con l’indice riferito all’intera Eurozona che molto probabilmente resterà sotto la soglia dello zero per il primo trimestre dell’anno".

"La deflazione nell’area della moneta unica - conclude Basola - non è però legata solo al calo del prezzo dell’energia, ma anche al livello molto basso delle quotazioni dei prodotti base".

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