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Intesa Sp: torna all'utile, dividendi per 1,2 mld/Adnkronos

10 febbraio 2015 | 17.15
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La banca chiude il 2014 con un risultato netto di 1,25 mld, da una perdita di 4,5 mld nel 2013. Salgono i ricavi (+4%) e l'utile operativo. Cedola a 7 centesimi per le ordinarie e 8,1 cent per le risparmio. Messina conferma il target di 2 mld di dividendi per il 2015.

Il Ceo di Intesa SanPaolo Carlo Messina (Infophoto).
Il Ceo di Intesa SanPaolo Carlo Messina (Infophoto).

Intesa SanPaolo chiude il 2014 tornando in nero e distribuendo dividendi per 1,2 mld di euro, più delle attese. La Ca' de' Sass chiude il 2014 con un utile netto di 1.251 mln di euro, in forte miglioramento rispetto alla perdita di 4,55 mld del 2013. Nel quarto trimestre 2014 l'utile è di 48 mln.

Migliorano ricavi e redditività operativa - Salgono nell'esercizio i proventi operativi netti, a 16.898 mln (+4%), mentre gli oneri operativi aumentano del 3% a 8.544 mln. Il risultato della gestione operativa sale del 5,1% a 8.354 mln. Il risultato corrente al lordo delle imposte è di 3.435 mln (+36,5%). Tra le componenti dei ricavi, gli interessi netti sono 8.374 mln (+3,3%); le commissioni nette si attestano a 6.775 mln (+10,5%); il risultato dell'attività di negoziazione è di 777 mln, inclusi 161 mln di dividendi dalla quota detenuta in Bankitalia, rispetto a 1.159 mln nel 2013. Il risultato dell'attività assicurativa è di 919 mln, da 790 mln.

Calano accantonamenti e rettifiche di valore - L'utile prima delle imposte è positivo per tutte le unità di business: 1.663 mln per la Banca dei Territori (era negativo per 239 mln nel 2013), 841 mln dal Private Banking (+12,4%), 418 mln dall'asset management (+34,8%), 779 mln dall'assicurazione (+23,7%), 1.869 mln dal Corporate and Investment Banking (+7,5%) e 523 mln dalle banche estere. Il rapporto tra costi e ricavi è del 50,6%; gli oneri operativi sono saliti del 3% per l'aumento delle spese del personale (+6%), dovuto interamente agli incentivi per supportare la crescita, mentre le altre spese amministrative sono scese dell'1,4%. Gli accantonamenti e le rettifiche di valore nette sono pari a 5.307 mln, in calo da 7.842 mln. La situazione del credito, a livello di flussi, dà segnali di miglioramento, con flussi di nuovi crediti deteriorati provenienti da crediti in bonis a 8,6 mld, rispetto a 11 mld nel 2013 (-22%), scendendo ai minimi dal 2011.

Salgono i crediti deteriorati e le sofferenze - I crediti verso la clientela sono pari a 339 mld, in calo dell'1,4%. Il complesso dei crediti deteriorati ammonta a 33.461 mln, in crescita dell'8% rispetto al 2013. I crediti in sofferenza salgono a 14.178 mln, da 12.899 mln, incidendo per il 4,2% sui crediti complessivi. Tenendo conto dei dividendi per l'esercizio 2014, il Common Equity Ratio pro forma è salito al 13,3% dal 12,3% di fine 2013.

Messina, staremo fuori dalla bad bank - Malgrado l'aumento delle sofferenze, Intesa SanPaolo non guarda necessariamente alle soluzioni di sistema che stanno studiando il Ministero dell'Economia e la Banca d'Italia. Ora che il mercato immobiliare italiano si sta riprendendo e c'è quindi la possibilità di una "significativa ripresa delle valutazioni dei collaterali - spiega il ceo Carlo Messina - non voglio perdere questa opportunità di upside. Se la bad bank non darà la possibilità di avere significative riprese di valore, la mia intenzione è di non parteciparvi. Ho la mia bad bank interna".

Previsti ricavi in crescita nel 2015 - Per quest'anno, il gruppo Intesa Sp prevede una crescita dei proventi operativi netti, favoriti dalle commissioni nette, del risultato della gestione operativa e del risultato corrente al lordo delle imposte, con una riduzione del costo del rischio. "Finora abbiamo battuto i target del piano industriale e la mia aspettativa è di continuare a battere i target (overdeliver, ndr)", spiega Messina. Al 31 dicembre 2014 il gruppo contava 5.867 sportelli, di cui 4.473 in Italia e 1.394 all'estero, con 89.486 dipendenti.

Dividendi in crescita, a 2 mld nel 2015 - La banca distribuirà 1,2 mld di euro di dividendi per il 2014, 7 centesimi per ogni azione ordinaria, in crescita da 5 centesimi per il 2013, e 8,1 centesimi per azione di risparmio. Il dividend yeld è del 2,8% per l'ordinaria e del 3,7% per la risparmio. "Remunerare gli azionisti con la distribuzione di un dividendo sostenibile è una priorità per il management di Intesa SanPaolo", spiega il Ceo Carlo Messina. "Il 2015 vedrà un ulteriore aumento dei ricavi e della gestione operativa e una riduzione significativa del costo del rischio: l’obiettivo di 2 miliardi di dividendi è pienamente confermato".

In Private Banking e Asset Management possibili acquisizioni e Ipo - "Ho considerato la possibilità di procedere a un'Ipo e non ho ancora deciso. Potrebbe riguardare il Private Banking o l'Asset Management, o entrambi. In ogni caso, manterremmo il controllo", ha spiegato Messina. Asset management e Private banking restano "priorità chiave" per Intesa SanPaolo. Pur non essendoci oggi "obiettivi sul tavolo", Intesa SanPaolo potrebbe considerare l'acquisizione di società di asset management che abbiano "un brand riconosciuto a livello internazionale", per intercettare una clientela estera. "Guarderei prima al marchio che ad altri elementi dei parametri di M&A per l'acquisizione", ha spiegato.

No acquisizioni in Italia, fuori dal risiko delle popolari - Intesa SanPaolo ha "zero interesse" nei riguardi del consolidamento e delle acquisizioni che interesseranno probabilmente il settore bancario italiano nei prossimi mesi. Riguardo alla possibile nascita di una 'superpopolare', Messina osserva che "non è facile creare sinergie" e che una fusione tra popolari comporterebbe con ogni probabilità una "significativa riduzione in termini di sportelli".

Piazza Affari festeggia i risultati - Il titolo in Borsa ha chiuso in rialzo del 4,02% a 2,59 euro, sovraperformando l'indice settoriale Ftse Italia All Share Banks, che ha guadagnato il 2,6%.

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