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Borsa: piazza Affari chiude in verde con europee, Moncler sugli scudi

05 marzo 2015 | 19.27
LETTURA: 7 minuti

Lo spread scende sotto i 100 punti grazie al QE che partirà lunedì prossimo e piazza Affari festeggia, con il Ftse Mib che guadagna l'1,2%, tra le migliori d'Europa. Toniche anche le altre Borse del Vecchio Continente, con Wall Street che resta in verde in vista degli occupati non agricoli attesi per domani. In calo l'euro/dollaro. Gli investitori festeggiano anche la revisione al rialzo delle previsioni di crescita da parte della Bce.

Draghi lancia il QE, cala lo spread e corre Piazza Affari (Infophoto).
Draghi lancia il QE, cala lo spread e corre Piazza Affari (Infophoto).

Il QE che partirà lunedì prossimo schiaccia lo spread e spinge piazza Affari. La Borsa di Milano chiude in netto rialzo insieme alle principali piazze europee, sulla scia dei dettagli sul Quantitative Easing emersi oggi dopo la riunione della Banca Centrale Europea che si è tenuta a Nicosia, a Cipro, due anni dopo il salvataggio. In verde anche Wall Street che, malgrado i dati macroeconomici deludenti della giornata, attende il dato degli occupati non agricoli Usa di febbraio, che verranno diffusi domani.

Piazza Affari in verde con lo spread in calo - A Milano l'indice guida Ftse Mib chiude a 22.400 punti (+1,22%), mentre l'indice generale All Share segna 23.854 punti (+1,27%). Forti scambi, per 3,5 mld di euro di controvalore rispetto a 3 mld nella seduta di ieri. Su 339 titoli in negoziazione, 240 chiudono in rialzo, 88 in calo e 11 invariati. Lo spread Btp-Bund è tornato sotto i 100 punti base sulla scia delle parole di Mario Draghi, a 97,7.

Positive le altre Borse europee - a Lisbona Psi 20 5.636 punti (+1,72%); ad Amsterdam Aex 488,96 punti (+1,11%); a Francoforte Dax 11.504 punti (+1%); a Parigi Cac 4.963 punti (+0,94%); a Bruxelles Bel 20 3.731 punti (+0,79%); a Madrid Ibex 11.124 punti (+0,66%): a Londra Ftse 6.961 punti (+0,61%); a Zurigo Smi 9.034 punti (+0,47%). A New York intanto il Dow Jones guadagna lo 0,07% e il Nasdaq lo 0,24%.

Calano l'euro e il petrolio - La moneta unica al riferimento Bce oggi si è attestata a 1,1069 dollari, in calo rispetto a 1,1124 dollari ieri. L'oro a pronti al London Bullion Market al fixing pomeridiano si è attestato a 1.202 dollari l'oncia, in rialzo rispetto ai 1.199,75 dollari di stamani. Il future più scambiato sul Wti, il greggio americano di riferimento, con consegna in aprile viene scambiato a 51,31 dollari al barile al Nymex, in calo di 22 centesimi rispetto alla chiusura precedente.

A Milano corrono le costruzioni, frenano le tlc - In piazza Affari acquisti su costruzioni e materiali (+3,58%), beni per la persona e la famiglia (+3,57%), beni di consumo (+2,19%) e media (+2,08%). Vendute le tlc (-0,43%).

Moncler sugli scudi - Sul Ftse Mib seduta da incorniciare per Moncler, che chiude in rialzo del 10,53%, forte dei risultati 2014 chiusi con un utile in forte aumento e ricavi in crescita del 20%. La casa dei piumini pagherà un dividendo di 0,12 euro per azione. In gran spolvero anche Tod's (+6,03%).

Bancari in verde, bene i cementieri - Ben impostata Autogrill (+3,92%). Comprati i bancari, in particolare Ubi Banca (+3,49%) e Mediobanca (+2,74%). Denaro su Buzzi Unicem (+3,08%), in linea con il settore (Cementir +4,09% e Italcementi +4,40%). Vendute Cnh Industrial (-1,36%) ed Exor (-0,51%). Sull'All Share in verde Piquadro (+10,66%). In rosso Molmed (-7,62%).

Nel QE acquistabili titoli con scadenze da 2 a 30 anni - "Sono arrivati - riassume Vincenzo Longo, market strategist di Ig - i tanto attesi dettagli sul Quantitative Easing (Public Sector Purchase Programme, Pspp) della Bce annunciato lo scorso 22 gennaio. Da Nicosia, dove si è tenuto il meeting di politica monetaria, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha alzato il velo sulle modalità con cui verranno condotti gli acquisti da parte dell’Eurosistema. L’approccio utilizzato sembra essere basato sulla flessibilità che sarà concessa alle singole banche centrali nella conduzione degli acquisti, anche se è prevista la supervisione del consiglio direttivo. Gli acquisti interesseranno il mercato secondario e saranno commisurati agli apporti di capitale delle singole Banche centrali nazionali alla Bce. Ogni banca centrale potrà acquistare asset di giurisdizione del Paese dove risiede. Potranno essere acquistati titoli di Stato con scadenza residua compresa tra i 2 e 30 anni, il cui rendimento non sia inferiore al tasso sui depositi (in questo momento a -0,2%). Potranno essere acquistati titoli per un valore nominale non superiore al 25% di ogni singola emissione, mentre la quota complessiva di titoli acquistabili per ogni singolo emittente non potrà superare il 33%".

Dubbi sulla disponibilità dei titoli - "Qualche dubbio - spiega ancora Longo - rimane sull’effettiva disponibilità/reperibilità dei titoli che la Bce si appresta ad acquistare. Crediamo che le banche più in difficoltà sotto il profilo della liquidità saranno quelle più incentivate a vendere titoli alla Bce, anche se questa liquidità aggiuntiva potrebbe non essere utilizzata per incentivare l’economia reale. Molti di questi dettagli erano già noti, mentre altri sono degli aspetti procedurali che il mercato sembra trascurare.

I mercati festeggiano le proiezioni di crescita - "Gli investitori - continua Longo - sembrano essere rimasti più colpiti dalle buone revisioni al rialzo sulla crescita. Il Pil nel 2015 è stato rivisto all’1,5% (dall’1% della stima di dicembre), mentre nel 2016 è stato alzato all’1,9% (da 1,5%). Anche sull’inflazione sono venute fuori indicazioni importanti. Nonostante per il 2015 la previsione sia stata abbassata allo 0% (da +0,7%), nel 2016 la crescita dei prezzi dovrebbe attestarsi all’1,5% (dall’1,3% di dicembre), mentre nel 2017 dovrebbe posizionarsi all’1,8%, prossimo quindi al target del 2% fissato dalla Bce. Proprio quest’ultimo punto rimane di importanza fondamentale, dato che riesce a dare un’indicazione di massima sulla possibile durata del Qe, al momento prevista fino a settembre 2016".

L'inflazione resta un'incognita, dipende dal petrolio - "Certo è che, al momento - prosegue Longo - fare delle previsioni sull’inflazione risulta abbastanza difficile vista la volatilità del prezzo del petrolio. La stessa Bce sembra riconoscere questo problema, dato che la parola 'petrolio' è stata citata per ben 7 volte nel comunicato".

La Grecia resta fuori dal QE - "Draghi ha sottolineato - continua Longo - che al momento il Paese rimane fuori dal QE e lo sarà fintanto che non sarà completato la procedura di review da parte della Troika. Insomma, prima di luglio il Paese non potrà accedere al programma. La Bce è intervenuta, però, innalzando di 500 milioni di euro i fondi di emergenza Ela previsti per le banche elleniche".

Il bazooka di SuperMario - In definitiva secondo Longo, "i mercati finanziari sembrano essere pronti al QE e a Draghi spetta ormai solo premere il grilletto del bazooka", che prima di essere azionato ha già avuto effetti in Italia sia sullo spread che su piazza Affari.

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